Tornano le pattuglie di militari armati e in mimetica nelle strade di Parigi, insieme alla tensione che riporta agli anni bui del terrorismo e delle stragi jihadiste del Bataclan e di Charlie Hebdo. Stamattina è stato evacuato il Louvre dopo che il museo aveva ricevuto una minaccia anonima che avvertiva della presenza di una bomba. Il museo non ha riaperto per tutta la giornata, così come la Reggia di Versailles, evacuata nel pomeriggio. Tutte minacce "non reali", ha annunciato in serata il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, così come quella che - a fine pomeriggio - ha portato all'evacuazione della hall della stazione ferroviaria parigina della Gare de Lyon.
La tensione è palpabile nelle strade, dove il dispositivo Vigipirate è passato al livello più alto, "allerta attentati" da ieri sera. La decisione è stata presa ieri in un vertice ristretto all'Eliseo dopo il ritorno di Emmanuel Macron da Arras, dove poche ore prima un ventenne ceceno, Mohammed Mogouchkov, aveva ucciso a coltellate in una scuola l'insegnante Dominique Bernard, gridando Allah Akbar. Macron ha ordinato la mobilitazione di 7.000 militari della forza Sentinelle, il cui dispiegamento è cominciato subito e si concluderà lunedì sera. A Parigi già in mattinata erano tornate visibili nelle strade le pattuglie in mimetica con la mitraglietta a tracolla. L'allerta massima era stata ordinata - con l'operazione Sentinelle - per la prima volta nel 2015 dall'allora presidente François Hollande, dopo le stragi di Charlie Hebdo e all'Hyper Cacher. Ci fu la mobilitazione allora di 10.000 soldati, di cui 3.000 della riserva.
La tensione - che in serata Darmanin ha definito "un'atmosfera evidente di jihadismo, con persone pronte a passare all'azione" - è palpabile e si è trasmessa anche ai turisti che stamattina si sono affollati verso le uscite del Louvre quando è risuonato l'allarme nel museo. Ed hanno trovato fuori già decine e decine di poliziotti con i giubbetti antiproiettile pronti a proteggerli. Più tranquille le evacuazioni della Reggia e dei giardini di Versailles nel pomeriggio, e in serata quella della gare de Lyon. Ad Arras, dove la popolazione è ancora sotto shock per l'attacco di ieri, si tornerà a scuola lunedì con un minuto di silenzio. In carcere sono finiti, oltre al ceceno che ha ucciso il professore e ferito altri tre dipendenti della scuola, tutta la famiglia, da anni nota per la radicalizzazione di tutti e in particolare di uno dei fratelli, già in prigione per un progetto di attentato contro l'Eliseo. In stato di fermo c'è la madre, i fratelli e sorelle di Mogouchkov e uno zio. Interrogata anche la sorellina di 10 anni, nell'intento di cercare di capire il percorso verso l'azione terroristica di Mohammed negli ultimi mesi. Fermati anche due bielorussi, che giovedì, alla vigilia dell'attentato, erano insieme a Mohammed e sono stati fermati dalla polizia per un controllo dei documenti. Nessuno dei tre aveva destato sospetti tali da spingere gli agenti ad ulteriori accertamenti: "non ci sono stati errori da parte delle forze di sicurezza" ha assicurato stasera Darmanin, di fronte alle critiche per la mancata espulsione dei diversi membri della famiglia che da anni risultano radicalizzati negli schedari degli 007.
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