L'Europa celebra la lotta per la libertà delle donne iraniane e il sacrificio di Jina Mahsa Amini, la giovane ragazza uccisa dal regime e divenuta simbolo del movimento Donna, Vita e Libertà. E lo fa assegnando loro il premio Sacharov, la massima onorificenza dell'Eurocamera dedicata a chi lotta per i diritti umani.
Mentre il mondo tiene il fiato sospeso davanti al Medio Oriente in subbuglio, il premio a Mahsa rinnova il "pieno sostegno" dell'Europa "ai diritti umani e al rispetto, alla protezione e all'adempimento delle libertà fondamentali. In Iran e altrove", ha sottolineato l'alto rappresentante Ue Josep Borrell con un riferimento neanche troppo velato alla tragica realtà del conflitto israelo-palestinese. Per il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, si tratta "un'occasione per rendere omaggio alle donne iraniane che continuano a combattere". E a Strasburgo la soddisfazione è bipartisan. La leghista Anna Cinzia Bonfrisco - finita lo scorso gennaio nella lista nera di Teheran per essersi scagliata più volte contro il regime - plaude a "queste donne e ragazze, uomini e giovani coraggiosi" che "hanno ispirato il mondo" facendo da "esempio per tutti nella loro lotta per l'uguaglianza, la libertà e la dignità"; mentre per la vicepresidente dell'Eurocamera ed eurodeputata del Pd Pina Picierno - intimidita nel dicembre 2022 via social proprio dal ministero degli Affari esteri iraniano - "il Parlamento manda" così "un messaggio chiaro, netto e inequivocabile contro un regime totalitario e repressivo" con un premio che "vuole essere una cassa di risonanza per il grido di un Paese intero".
L'assegnazione del Sacharov arriva a sole due settimane dalla decisione di conferire il Nobel per la Pace all'attivista iraniana Narges Mohammadi, attualmente detenuta nel Paese dopo aver preso parte alle manifestazioni di protesta. La cerimonia ufficiale indetta dal Parlamento europeo si svolgerà durante la plenaria di dicembre. Non è ancora chiaro chi sarà a ritirare il premio, confermano fonti dell'Eurocamera. Di sicuro però non potrà esserci Mahsa, a cui la vita è stata strappata dopo giorni di torture per aver sfidato le rigide leggi iraniane sull'uso del velo. Con ogni probabilità non potrà essere presente nemmeno il suo avvocato, Saleh Nikbakht, condannato questa settimana a un anno di prigione per "attività di propaganda contro il sistema" con l'unica colpa, spiega il quotidiano Ham Mihan, di "aver parlato con i media stranieri del caso" della ventiduenne.
Mahsa ma non solo. In Iran il regime continua a mietere vittime: proprio ieri molte personalità del mondo dello spettacolo iraniano, tra artisti, attori e intellettuali, hanno preso parte a Teheran alla cerimonia funebre del noto regista Dariush Mehrjui e di sua moglie Vahide Mohammadi Far, pugnalati a morte sabato notte nella loro villa a Karaj, in circostanze ancora misteriose. Come testamento del regista restano oggi alcuni video girati recentemente e diventati virali sui social media. Filmati che mostrano Mehrjui all'opera sul suo ultimo documentario contro il governo mentre rassicura la moglie: "Non aver paura! Togliti il foulard! L'hijab è finito!". Lo stesso hijab contro cui si è ribellata Mahsa Amini e contro cui continuano a sfidare la morte milioni di donne.
Il premio Sacharov a Mahsa Amini e alle donne iraniane
L'onorificenza del Pe assegnata durante la plenaria a Strasburgo