Le truppe israeliane stringono la morsa su Gaza City mentre un diluvio di fuoco si è abbattuto sui campi profughi della Striscia - considerati nidi del terrore dall'esercito per la presenza di strutture sotterranee di Hamas - causando decine di morti.
La strage più grave si è consumata nel campo di Jabaliya, quattro chilometri a nord di Gaza City, dove un pesante bombardamento israeliano, secondo il ministero della Sanità locale, ha provocato almeno 50 vittime (in un primo tempo si era parlato di centinaia) e oltre 150 feriti, mentre molti altri sono ancora sotto le macerie. Le immagini di distruzione trasmesse dalle tv sono spaventose e mostrano un cratere profondo provocato, secondo Hamas, da sei bombe di fabbricazione Usa che hanno raso al suolo vari edifici.
L'esercito israeliano ha confermato l'attacco e sostenuto di aver colpito la sede del comando locale di Hamas, uccidendo il capo del 'Battaglione Jabaliya' Ibrahim Biari, uno dei responsabili dell'attacco ai kibbutz del 7 ottobre. I militari hanno riferito che i miliziani si erano insediati negli edifici civili del campo profughi e che nel raid è stata distrutta "l'infrastruttura terroristica sotterranea", ovvero i tunnel che correvano sotto i palazzi: "Un gran numero di terroristi che erano insieme a Biari sono stati uccisi", ha annunciato l'esercito.
Il secondo campo profughi ad essere colpito è stato quello di al-Shati, sulla costa di Gaza, con 10 morti. Il terzo si trova invece a Nuseirat, nel centro della Striscia, dove si registrano almeno 15 vittime secondo il bilancio fornito dall'agenzia palestinese Wafa. Il raid su Jabaliya ha provocato la reazione di Fatah, il partito del presidente dell'Anp Abu Mazen, che ha indetto una "giornata di rabbia" nel nord della Cisgiordania. La Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele.
Mentre Hamas ha invocato "una forte presa di posizione da parte di tutti i Paesi musulmani". "A Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza - ha ribattuto il portavoce militare Daniel Hagari -, non importa della popolazione della Striscia. Lui ha costruito intenzionalmente infrastrutture terroristiche sotto le abitazioni civili per farsene scudo". Le truppe intanto stanno avanzando sempre di più nel cuore dell'enclave palestinese lungo due direttrici, una sulla fascia costiera, l'altra al centro di Gaza. L'esercito, ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant commentando i "feroci scontri" in corso, sta "ottenendo significativi risultati nell'operazione di terra" ma sta "pagando un duro prezzo".
Israele ha dovuto infatti annunciare i primi due soldati uccisi dall'avvio dell'invasione: entrambi di 20 anni, entrambi della Brigata Givati. Ovvero del battaglione che si avvale dei tank, in prima linea nella progressiva marcia - chilometro dopo chilometro - che mira a saldare la testa di ponte nel nord con il centro della Striscia.
Ma il fronte di Gaza - oltre a quello del Libano, da dove Hezbollah continua a lanciare razzi sul nord di Israele - non è il solo a impegnare lo Stato ebraico. L'esercito ha fatto sapere di aver intercettato - prima che entrasse in territorio israeliano - un missile lanciato dall'area del Mar Rosso verso Eilat, nell'estremo sud del Paese. Caccia con la stella di David si sono inoltre alzati in volo a causa di una minaccia aerea identificata sempre nell'area del Mar Rosso, anche questa intercettata. Il governo yemenita filo-iraniano ha rivendicato il lancio di un drone verso Eilat. E non è un caso che il Pentagono abbia annunciato l'invio di altri 300 militari americani in Medio Oriente, anche se non destinati direttamente in Israele. "Non vogliamo che il conflitto si allarghi", ha avvertito ancora una volta il portavoce il portavoce del Consiglio di sicurezza Usa John Kirby a proposito dell'attacco dei ribelli Huthi sostenuti dall'Iran.
I combattimenti in corso dentro Gaza non hanno fermato i lanci di razzi (ne sono arrivati in tutto 8mila dall'inizio del conflitto) verso Israele: nel sud, nel centro del Paese e anche a Tel Aviv, dove le sirene di allarme sono risuonate tre volte.
Per i 240 ostaggi non ci sono novità, anche se Hamas ha annunciato di essere intenzionata a rilasciare alcuni stranieri nei prossimi giorni. La situazione della popolazione della Striscia si fa invece ogni giorno più drammatica. Dal valico di Rafah sono entrati 80 camion di aiuti umanitari e domani - secondo fonti locali - per la prima volta il passo aprirà per permettere ad 81 feriti palestinesi gravi di essere curati in ospedali da campo egiziani. Le vittime a Gaza, secondo Hamas che non distingue tra civili e miliziani, sono arrivate a 8.525, di cui 3.542 minori. Tra questi ci sarebbero due bambini francesi uccisi nel nord dell'enclave palestinese.
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