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Gli israeliani all'Onu con la stella gialla sul petto

Critiche dallo Yad Vashem: 'Oltraggio alle vittime della Shoah'

Israeliani all'Onu con la stella gialla

Redazione Ansa

Nuova polemica all'Onu, con riflessi anche in Israele, per l'uso della stella gialla di David come forma di protesta. Durante l'ennesimo incontro di emergenza (e scontro) in Consiglio di Sicurezza sulla situazione a Gaza, l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan e il resto della delegazione si sono appuntati sulla giacca il simbolo con la scritta 'mai più', paragonando Hamas ai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. "Non ce la toglieremo fino a quando non condannerete le atrocità di Hamas", ha tuonato affermando che "i terroristi di Hamas sono i nazisti dei giorni moderni. L'unica soluzione che vogliono è la soluzione finale, l'eliminazione degli ebrei". "Come per la salita al potere del nazismo, il mondo tace", ha aggiunto il diplomatico, ribadendo la rabbia contro il Consiglio di Sicurezza che non condanna gli attacchi del 7 ottobre contro Israele. "Alcuni di voi sembrano non aver imparato nulla negli ultimi 80 anni. Avete dimenticato perché questo organismo è stato istituito".

Il suo gesto, tuttavia, ha suscitato diverse polemiche, attirandosi tra l'altro le critiche di Dani Dayan, il direttore del museo della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme. "Ci ha rattristato vedere i membri della delegazione israeliana all'Onu con la stella gialla. Questo gesto rappresenta un oltraggio sia alle vittime della Shoah sia allo Stato di Israele", ha scritto su X. Sottolineando poi che "la stella gialla simboleggia l'impotenza del popolo ebraico, in un'epoca in cui era alla mercé di altri. Oggi abbiamo uno Stato indipendente con un esercito forte, e siamo padroni del nostro destino. Sul petto dobbiamo mettere la bandiera bianco-azzurra e non quella stella".

Anche Erdan - nominato come Dayan dal premier Benyamin Netanyahu - ha sottolineato che "la differenza tra il 1939 e oggi è che abbiamo uno Stato forte e un esercito e ci difenderemo". Ma con il suo il suo gesto ha voluto evidenziare il silenzio degli ambasciatori di molti Paesi di fronte alle atrocità compiute da Hamas, simile, a suo parere, a quello mantenuto durante la Shoah.

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