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Sisi verso il terzo mandato, Egitto da oggi al voto

Tre candidati tentano la sfida al presidente al potere da 9 anni

Abdel Fattah al-Sisi

Redazione Ansa

Stretto tra una crescente crisi economica e la guerra Israele-Hamas che ormai bussa al confine, l'Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, da 9 anni al potere, va da oggi, per tre giorni, alle urne per eleggere il suo sesto presidente.

A sfidare Al Sisi saranno tre candidati: Hazed Omar, del Partito popolare repubblicano, che ha assicurato che la sua prima mossa se eletto sarebbe quella di "controllare l'inflazione abolendo l'IVA sui prodotti alimentari di base". Ha parlato all'unico dibattito televisivo tra candidati, durante il quale Sisi era rappresentato da un membro della sua campagna. Un altro candidato, Farid Zahran, capo del Partito socialdemocratico egiziano di sinistra, ha promesso il "rilascio di tutti i prigionieri di coscienza" e l'"abolizione delle leggi repressive". Il terzo è uno dei fondatori di spicco del Movimento democratico civile, considerato il più grande blocco di partiti di opposizione in Egitto, Abdel-Sanad Yamama, capo del partito Wafd, il più storico dei partiti liberali egiziani e il più antico partito d'Egitto.

Sono in molti a credere in un terzo mandato di al-Sisi, un po' per il ruolo cruciale giocato dall'Egitto quale mediatore per la tregua a Gaza, la collaborazione al rilascio degli ostaggi di Hamas e agli aiuti per la Striscia, un po' per una campagna elettorale assai silenziosa, che ha visto quasi assenti gli altri tre candidati.

Al Cairo, è più facile vedere file ai negozi per acquistare lo zucchero che comizi degli aspiranti presidenti. Sui muri della città i ritratti del presidente in carica sono praticamente i soli ad apparire.
C'è preoccupazione tra la popolazione per i prezzi che aumentano ogni giorno con l'inflazione ai massimi e la svalutazione della moneta, ai minimi assoluti, mentre il Fondo monetario internazionale è chiamato a decidere a breve se concedere al Paese alcuni prestiti già concordati, nel timore che l'Egitto non sia in grado di ripagarli e anche perché erano state chieste delle riforme non ancora realizzate Il Pil tuttavia risulta in crescita, secondo i dati della Banca Mondiale: nel 2022 risulta aumentato del 6,6 per cento, l'anno prima del 3,3 e quello prima ancora del 3,6, alimentato e falsato però, secondo gli esperti, dall'enorme spesa pubblica dello Stato, che ha gonfiato il debito pubblico per mantenere il consenso tra la popolazione con programmi ingenti e in parte insostenibili.

Oggi l'Egitto, secondo Bloomberg, è il secondo maggior debitore del Fondo, dopo l'Ucraina. 

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