Già nel 2018 il comitato anti-tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa aveva chiesto alle autorità ungheresi di cambiare le istruzioni date alla polizia in modo da evitare qualsiasi esposizione non necessaria delle persone detenute alla vista del pubblico mentre vengono trasferite, in catene e al guinzaglio, dalle strutture di detenzione ad altri luoghi come gli edifici giudiziari.
La richiesta venne formulata perché nel corso della visita condotta nel Paese quell'anno, il Cpt aveva ricevuto testimonianze concordanti da diverse persone, tra cui un minorenne, che erano state esposte alla vista del pubblico, compresi fotografi e giornalisti televisivi, mentre venivano portate in tribunale "ammanettate e attaccate a un guinzaglio tenuto dagli agenti di polizia di scorta".
Ma già all'epoca il governo ungherese guidato da Viktor Orban disse di non poter soddisfare la richiesta del Cpt perché "non vi è alcuna base giuridica che consenta alla polizia di limitare il diritto fondamentale alla libertà di movimento dei cittadini rispettosi della legge nei luoghi pubblici". Nell'occasione Budapest specificò che gli agenti di polizia possono usare le manette per prevenire l'autolesionismo, un'aggressione, impedire la fuga, e rompere la resistenza della persona la cui libertà personale sarà o è stata limitata.
Strasburgo censurò l'Ungheria nel 2018 per le manette ai detenuti
Il Comitato anti-tortura chiese di evitare l'esposizione pubblica