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Biden sanziona i coloni violenti, scontro con Netanyahu

Pronti i raid Usa contro gruppi pro-Iran. Progressi sulla tregua

Redazione Ansa

La violenza in Cisgiordania ha raggiunto "livelli intollerabili" e rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza di tutto il Medio Oriente. Alla vigilia dell'ennesima visita di Antony Blinken nella regione, Joe Biden prende una posizione netta verso i coloni israeliani estremisti e annuncia sanzioni contro quattro di loro colpevoli di attacchi ai civili palestinesi.

Una misura che scatena l'ira del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ala più radicale del governo israeliano. Nel frattempo, secondo i mediatori del Qatar, ci sarebbero passi avanti nella tregua tra Hamas e Israele, mentre gli Usa sono ormai pronti a rispondere agli attacchi dei gruppi pro-Iran in Iraq e Siria. "La situazione in Cisgiordania, con livelli particolarmente elevati di violenza da parte dei coloni estremisti, sfollamenti forzati di persone e distruzione di proprietà, ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e di tutto il Medio Oriente", si legge nell'ordine esecutivo del commander-in-chief che ha imposto misure contro quattro coloni coinvolti in "atti di violenza, nonché in minacce e tentativi di distruggere o impossessarsi di proprietà palestinesi".

Si tratta nella fattispecie di sanzioni finanziarie - gli individui colpiti non potranno accedere al sistema americano e, viceversa, i cittadini Usa non potranno fare affari con loro - e limiti sui visti. L'iniziativa naturalmente non è affatto piaciuta ad Israele, con Netanyahu che ha difeso i coloni definendoli "cittadini rispettosi della legge" mentre il ministro delle Finanze di ultradestra Bezalel Smotrich è arrivato ad accusare Biden di "antisemitismo".

Intanto, con l'arrivo del segretario di Stato in Israele, l'amministrazione Biden cerca di portare avanti contemporaneamente l'offensiva diplomatica. Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ha annunciato di aver ricevuto "un'iniziale risposta positiva" da parte di Hamas sulla bozza di accordo stilata al vertice di Parigi aggiungendo che "anche Israele ha accettato la proposta di cessate il fuoco".

L'intesa non è ancora stata finalizzata e si sta ancora lavorando su alcuni dettagli, ma un accordo tra le due parti sulla sostanza è un grande passo avanti. Una fonte palestinese vicina ai negoziati ha riferito che è improbabile che Hamas rigetti l'accordo sugli ostaggi ma insisterà sulla richiesta di mettere fine alla guerra e sul ritiro completo dalla Striscia, condizioni tuttavia che Netanyahu al momento esclude.

Ma se da Gaza arrivano segnali di qualche timido progresso, nel resto della regione la tensione continua a salire. Dopo l'attacco del gruppo pro-Iran 'Resistenza islamica in Iraq' che ha ucciso tre soldati americani in Giordania, gli Stati Uniti hanno approvato i piani per una serie di attacchi contro "personale e strutture iraniane" in Iraq e Siria. Parlando al Pentagono, nella prima conferenza stampa dopo il suo ricovero in ospedale, Lloyd Austin ha ribadito che "non saranno più tollerati aggressioni contro militari Usa".

"Continueremo a lavorare per evitare un allargamento del conflitto nella regione - ha assicurato il segretario alla Difesa - ma faremo tutto quello che è necessario per difendere gli Stati Uniti, i nostri interessi e la nostra gente e decideremo noi come e quando". Sui tempi degli attacchi contro i gruppi sostenuti dal regime di Teheran fonti dell'amministrazione hanno riferito alla Cbs che sarà determinante il meteo: gli Stati Uniti hanno la capacità di effettuare attacchi anche in caso di maltempo ma preferiscono avere una migliore visibilità per evitare vittime civili. Nel frattempo l'Iran ha deciso di ridurre la presenza di alti ufficiali dei Pasdaran in Siria a seguito dei raid aerei israeliani contro esponenti dei Guardiani della Rivoluzione e, forse, in previsione della reazione americana.

Biden impone sanzioni contro quattro coloni in Cisgiordania

Joe Biden ha imposto sanzioni finanziarie e il blocco del visto a quattro coloni israeliani in Cisgiordania che hanno attaccato i palestinesi. Secondo l'ordine esecutivo firmato dal presidente i coloni sono stati coinvolti in atti di violenza, nonché in minacce e tentativi di distruggere o impossessarsi di proprietà palestinesi. La misura pone le basi per azioni contro attacchi e "atti di terrorismo" in Cisgiordania.

La violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania ha raggiunto "livelli intollerabili", ha spiegato Biden sottolineando che "la situazione in Cisgiordania, con livelli particolarmente elevati di violenza da parte dei coloni estremisti, sfollamenti forzati di persone e distruzione di proprietà, ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e di tutto il Medio Oriente".

Per il premier israeliano Netanyahu però ''non c'è motivo di adottare misure straordinarie. La maggioranza assoluta dei residenti in Giudea-Samaria (Cisgiordania) sono cittadini rispettosi della legge''. ''In questi giorni - ha aggiunto - i residenti della Giudea-Samaria sono impegnati nella difesa di Israele sia nelle unità di leva sia fra i riservisti. Israele - ha concluso - opera contro chi infrange la legge, in ogni posto''. 

Proteste contro aiuti a Gaza, picchetti al porto di Ashdod

Ancora manifestazioni in Israele contro la consegna di aiuti umanitari a Gaza. Decine di dimostranti - secondo cui quegli aiuti devono essere condizionati alla liberazione immediata di oltre 130 ostaggi prigionieri da ottobre a Gaza - si sono radunati oggi ad una delle uscite del porto di Ashdod, a sud di Tel Aviv. Secondo la radio pubblica Kan essi verificano ogni camion ed impediscono il transito a quelli diretti al valico di Kerem Shalom, da dove si accede a Gaza. Nei giorni scorsi manifestazioni analoghe si sono verificate ai valichi di Kerem Shalom e di Nitzana, che nel frattempo sono stati proclamati dall'esercito 'zona militare chiusa' per tenere lontani i dimostranti e consentire il regolare transito degli aiuti destinati a Gaza. Secondo una portavoce dei dimostranti di Ashdod, ''nessun altro popolo al mondo sfama i propri nemici''. Quegli aiuti, ha aggiunto, servono a Hamas per continuare a combattere ''e' dunque prolungano la guerra''. Le attivita' normali del porto di Ashdod non sono state comunque disturbate da questa protesta.

Ministero Sanità Gaza, oltre 27 mila palestinesi uccisi

Sono almeno 27.019 i palestinesi morti nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi israeliani dal 7 ottobre, mentre altri 66.139 sono rimasti feriti. Lo riferisce Al Jazeera online, citando il Ministero della Sanità dell'enclave assediata, controllato da Hamas.

Israele, Idf continua operazioni a Gaza, specie Khan Yunis

L'esercito israeliano sta proseguendo le operazioni a Gaza, soprattutto a Khan Yunis nel sud dell'enclave palestinese. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui nel luogo è stata distrutta "una postazione di lancio di razzi a lunga gittata". "La Brigata paracadutisti - ha aggiunto la fonte - ha ucciso numerosi uomini armati nel corso di combattimenti ravvicinati e sono stati compiuti raid mirati su altri operativi di Hamas" nella zona. L'Idf ha operato anche nel nord e nel centro della Striscia contro miliziani della fazione islamica, facendo irruzione "in siti del gruppo terroristico".

Media, Hamas ancora al Cairo, valuta bozza su accordo

Una delegazione di Hamas è da ieri al Cairo per discutere un possibile accordo sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito la tv israeliana Canale 12 secondo cui la risposta della fazione islamica alla bozza di intesa di potrebbe essere data nel fine settimana dopo che il leader di Hamas Yahya Sinwar ha dato la sua approvazione. Non è chiaro se al Cairo nella delegazione ci sia il capo di Hamas Ismail Haniyeh che pure avveva annunciato la sua presenza.

Houthi rivendicano attacco a nave cargo, 'è americana'

ll portavoce dell'esercito Houthi, Yahya Sarie, ha rivendicato ieri sera l'attacco contro una nave mercantile al largo delle coste dello Yemen sostenendo che si tratta di un cargo statunitense. Lo riportano i media internazionali. "Abbiamo effettuato un'operazione militare utilizzando diversi missili navali contro la nave mercantile americana 'KOI' che era in viaggio verso Israele. La nave è stata colpita", ha affermato Sarie. "Continuiamo ad aiutare il popolo palestinese impedendo alle navi di raggiungere Israele, finché gli aiuti umanitari non entreranno nella Striscia di Gaza", ha aggiunto.

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