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Decine di missili e droni russi sull'Ucraina

Gli attacchi di Mosca mentre Borrell è a Kiev. L'ambasciatore Paramonov contro Roma 

Redazione Ansa

Kiev ed altre città ucraine sono state prese di mira da decine di missili e droni russi durante l'ora di punta del mattino, mentre l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, si trovava nella capitale per ribadire il sostegno all'Ucraina. Almeno cinque persone sono rimaste uccise e oltre 30 ferite, secondo le autorità ucraine, che denunciano danni a una torre residenziale e a infrastrutture energetiche. Mentre i russi affermano di avere colpito fabbriche per la produzione di armamenti.

"Cominciamo la giornata in un rifugio mentre suonano le sirene di allarme in tutta Kiev", è la frase postata alle sette del mattino da Borrell insieme con una foto sul suo profilo X. Il capo delle forze armate, Valery Zaluzhny, ha detto che dei 64 missili e droni kamikaze lanciati dalle forze di Mosca, 44 sono stati abbattuti dalle difese aeree. E proprio i detriti di un missile intercettato, precipitati su un edificio residenziale di 18 piani nel distretto di Golosiivskyi, avrebbero provocato la morte di quattro persone. Un'altra è rimasta uccisa a Mykolayv, nel sud del Paese. Nella regione russa di Belgorod, invece, il governatore ha detto che due civili sono rimasti feriti in un bombardamento delle forze ucraine sulla cittadina di Shebekino.

Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito che i droni e i missili russi, lanciati da unità navali e da aerei, che non sono stati intercettati si sono abbattuti sugli obiettivi prefissati, cioè "fabbriche del complesso militare-industriale". In particolare quelle che producono "imbarcazioni senza pilota, sistemi missilistici costieri, missili per sistemi a lancio multiplo ed esplosivi". Alcuni obiettivi si trovano nelle regioni occidentali di Khmelnytskyi e Leopoli.

Secondo media ucraini, un missile è volato fino a 20 chilometri dal confine polacco prima di virare di 180 gradi. Tre jet F-16 di Varsavia si sarebbero alzati in volo per proteggere, se necessario, lo spazio aereo della Polonia.

Ricevendo Borrell, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha esortato l'Ue ad "aumentare" rapidamente le consegne di proiettili di artiglieria. L'Alto rappresentante ha tuttavia fatto notare che i Paesi dell'Unione stanno dando la precedenza alle consegne di munizioni proprio a Kiev, "rallentando - ha sottolineato - il riempimento dei nostri stessi magazzini e riprogrammando le consegne a Paesi terzi". L'assistenza totale dell'Ue, ha insistito Borrell in un messaggio su X, "ha raggiunto gli 88 miliardi di euro, compresi 28 miliardi di sostegno militare". Quanto alle sanzioni a Mosca, l'Alto rappresentante ha ammesso che l'economia russa si è dimostrata "più resiliente" del previsto, e di fronte a ciò l'Ue deve concentrarsi ora sulla necessità di combattere la circonvenzione delle sanzioni.

Kuleba non ha perso l'occasione per lamentare gli ostacoli posti dal Congresso americano al pacchetto che prevede altri 61 miliardi di dollari di finanziamenti a Kiev. "Tutto è molto confuso", ha detto il ministro degli Esteri. E anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha definito "vitale" l'approvazione del nuovo pacchetto di aiuti americani durante un incontro a Bruxelles con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan.

 

Un attacco alla linea italiana sul conflitto ucraino è intanto stato lanciato dall'ambasciatore russo a Roma, Alexei Paramonov. In un'intervista alla Tass, il diplomatico ha affermato che le relazioni tra Mosca e Roma oggi "non sono di molto" migliori rispetto al periodo dell'invasione nazifascista dell'Unione Sovietica nel 1941-1943, tanto che in Italia "si parla ormai apertamente di guerra ibrida contro la Russia". Inoltre, "con l'inizio della sua presidenza del G7, Roma sta attivamente rivendicando il ruolo di capo coordinatore di questo quartier generale antirusso dell'Occidente collettivo". Paramonov ha anche stigmatizzato l'assistenza militare italiana a Kiev, affermando tra l'altro che il 31 gennaio un aereo dell'Aeronautica militare Gulfstream G550CAEW "si trovava nell'area della penisola di Crimea". "Che ci faceva lì? Gli esperti locali - ha rincarato l'ambasciatore - non escludono che fosse coinvolto nella raccolta di informazioni di intelligence e nel loro trasferimento alle forze armate ucraine per coordinare gli attacchi su obiettivi della penisola. Ogni commento, come si suol dire, è superfluo"

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