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Israele libera 2 ostaggi a Rafah, Hamas: altri 3 morti nei raid

Biden: lavoriamo a una tregua di 6 settimane. Lo Stato ebraico vieta l'ingresso a una funzionaria Onu italiana per "commenti antisemiti"

Redazione Ansa

"La grande operazione militare di Israele a Rafah non può procedere senza un piano credibile per proteggere oltre un milione di civili". Lo ha detto Joe Biden dopo il suo incontro alla Casa Bianca con re Abdallah di Giordania. "Gli Stati Uniti stanno lavorando ad una tregua tra Israele e Hamas di almeno sei settimane".

Hamas ha annunciato su Telegram la morte di tre degli otto ostaggi israeliani di cui ieri aveva fatto sapere che erano stati feriti nei "barbari attacchi sionisti sulla Striscia di Gaza". Le Brigate Qassam, ala militare di Hamas, hanno aggiunto che più tardi diffonderanno i nomi e le foto dei morti, "e il destino degli altri feriti sarà chiaro".

Un accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi resta "possibile" e avrebbe "enormi" vantaggi: lo afferma il Dipartimento di Stato americano. Gli Stati Uniti continuano a ribadire di non sostenere "un cessate il fuoco generale a Gaza". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana in un briefing con la stampa. "Vogliamo che la guerra finisca, ma quello che serve ora è una tregua umanitaria", ha sottolineato il funzionario della Casa Bianca. "Straziante": così il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha definito la morte a Gaza di Hind Rajab, la bambina palestinese di sei anni che ha perso la vita dopo che era sopravvissuta ad un attacco contro l'auto dei suoi famigliari e aveva telefonato per chiedere soccorsi. Miller ha sollecitato Israele ad indagare sull'episodio.

La prospettiva di una "vera" offensiva da parte dell'esercito israeliano a Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, dove centinaia di migliaia di palestinesi sono rifugiati, è "terrificante". Lo ha affermato l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Türk. "Considerando la carneficina che ha avuto luogo finora a Gaza, possiamo immaginare perfettamente cosa accadrà a Rafah", ha precisato Türk in una nota.

Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan ha espresso oggi profonda preoccupazione per una possibile offensiva di terra israeliana a Rafah, avvertendo che chiunque violi il diritto internazionale sarà ritenuto responsabile. "Sono profondamente preoccupato per il bombardamento segnalato e la potenziale incursione di terra da parte delle forze israeliane a Rafah", ha precisato Khan. 

L'esercito israeliano ha liberato nella notte a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, due ostaggi israeliani che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso: lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram.  "Durante un'operazione congiunta dell'Idf (le Forze di difesa israeliane, ndr), dell'Isa (il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet, ndr) e della polizia israeliana a Rafah, durante la notte, sono stati salvati due ostaggi israeliani, Fernando Simon Marman (60) e Louis Har (70), rapiti dall'organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre dal Kibbutz Nir Yitzhak", si legge in un comunicato. "Entrambi sono in buone condizioni mediche e sono stati trasferiti per accertamenti medici all'ospedale Sheba Tel Hashomer - prosegue la nota -. Le forze di sicurezza continueranno ad operare con tutti i mezzi per riportare a casa gli ostaggi". 

   L'operazione israeliana di questa notte a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ha provocato "circa 100 morti": lo rende noto il ministero della Sanità di Hamas.  Nella notte, il ministero della Sanità di Hamas aveva parlato di una serie di attacchi aerei israeliani nella notte a Rafah, una città nel sud della Striscia di Gaza al confine con l'Egitto, che avevano colpito 14 case e tre moschee in diverse zone di Rafah. 

   Secondo Hamas, si è trattato di un "orribile massacro contro civili indifesi e bambini, donne e anziani sfollati". Lo riporta la Cnn. Hamas, confermando i 100 morti, afferma che il raid "è considerato una continuazione della guerra genocida e dei tentativi di sfollamento forzato che Israele sta conducendo contro il nostro popolo palestinese". Nella sua dichiarazione, Hamas ha detto che il presidente americano Joe Biden e la sua amministrazione si devono assumere la "piena responsabilità" per le morti di civili. 

    L'operazione per la liberazione dei due ostaggi israeliani è cominciata attorno alle 2:00 della scorsa notte, quando "le forze israeliane hanno fatto irruzione in un edificio nel cuore di Rafah dove i due erano tenuti da Hamas". Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari secondo cui l'azione "era stata preparata da qualche tempo". "Dal momento dell'apertura del fuoco - ha aggiunto - i soldati hanno protetto i due ostaggi con i loro corpi durante la battaglia con i terroristi che è divampata con pesanti scambi di colpi in molti posti e con molti terroristi". 

   I due ostaggi, ha spiegato il portavoce militare,  "erano trattenuti al secondo piano da terroristi armati che erano presenti nell'edificio e anche in palazzi adiacenti".  La liberazione - ha aggiunto Hagari - è stata accompagnata da raid aerei per "consentire il disimpegno dei soldati e per colpire i terroristi di Hamas nell'area". 

   Merman e Har sono stati tenuti "dentro la casa di una famiglia" nel centro di Rafah. Lo hanno detto essi stessi, citati da Ynet, prima di riunirsi con i familiari, anche loro rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre e poi rilasciati. I due sono ritenuti relativamente in buone condizioni fisiche e la prima foto che appare sui social li mostra accanto a Gabriela Leimberg e Clara Marman. La seconda è la sorella di Fernando e compagna di Louis Har, entrambe sono state rimesse in libertà nello scambio con Hamas lo scorso novembre. 

    "Questa missione di salvataggio sottolinea l'importanza della nostra operazione di terra a Gaza". Lo ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Hagari riferendosi alla liberazione dei due ostaggi. "Abbiamo un obbligo morale - ha aggiunto - di portare indietro a casa tutti i nostri ostaggi. Un obbligo per il cui adempimento continueremo a fare tutto ciò che è in nostro potere". 

   "Una delle operazioni di salvataggio di maggior successo nella storia di Israele". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu incontrando i soldati che hanno liberato i due ostaggi a Rafah. "Avete eliminato i rapitori, i terroristi e - ha aggiunto Netanyahu - siete tornati in Israele senza essere colpiti: operazione perfetta con un'esecuzione perfetta. All'1.40 del mattino vi ho sentito dire 'gli ostaggi sono nelle nostre mani'". Il premier, che ha assistito alle fasi dell'azione dal centro di comando, ha rivelato di averla approvata pochi giorni fa.

     "Solo una costante pressione militare, fino alla vittoria totale, ci porterà alla rilascio di tutti i nostri ostaggi". Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlando della liberazione di due ostaggi da parte dell'esercito a Rafah. "Non perderemo nessuna occasione per riportarli a casa", ha concluso. Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant erano presenti la notte scorsa nel Centro di comando in Israele che ha diretto la liberazione dei due ostaggi a Rafah. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari.

    L'ufficio del presidente argentino Javier Milei, su X, "ha ringraziato l'esercito israeliano e le altre forze di sicurezza per aver liberato i due ostaggi Fernando Simon Marman e Louis Har", rapiti da Hamas il 7 ottobre. La stessa fonte ha ricordato che Milei nella sua recente visita in Israele aveva ribadito la richiesta della liberazione di ognuno degli ostaggi argentini e "la sua ferma condanna del terrorismo di Hamas". 

   Intanto, l'esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento nel sud di Gaza di altri due soldati. I due militari non stati uccisi nell'operazione di salvataggio dei due ostaggi israeliani a Rafah. Si tratta di Adi Eldor (21 anni) e di Alon Kleinman (21 anni). Il bilancio dei soldati morti in combattimento - dall'inizio dell'operazione nella Striscia - è ora di 229.

Israele vieta l'ingresso a una funzionaria italiana Onu: 'Oltraggiose affermazioni sui massacri del 7 ottobre'

    Israele ha deciso di negare l'ingresso nel Paese a Francesca Albanese, inviata del Consiglio dei diritti umani dell'Onu. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata "alle sue oltraggiosi affermazioni che 'le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all'oppressione israeliana'". 

   "Il tempo del silenzio ebraico è passato. Affinché l'Onu riacquisti credibilità, Antonio Guterres deve denunciare inequivocabilmente le dichiarazioni antisemite della loro 'inviata speciale' Francesca Albanese e rimuoverla immediatamente dal suo incarico. Impedirle l'ingresso in Israele servirà a ricordare duramente le atrocità commesse da Hamas, compreso lo spietato attacco agli innocenti". Lo scrive il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz su Twitter.

   Rispondendo due giorni fa ad un post di Le Monde, Albanese ha scritto: "Il 'più grande massacro antisemita del nostro secolo'? No, signor Emmanuel Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo, ma in risposta all'oppressione di Israele. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime".

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