Una nave mercantile di proprietà degli Stati Uniti ha segnalato un "attacco missilistico" al largo dello Yemen e ha chiesto assistenza militare: lo ha reso noto la società di sicurezza marittima Ambrey. "Una nave portarinfuse battente bandiera greca e di proprietà degli Stati Uniti ha chiesto assistenza militare dichiarando un attacco missilistico", ha affermato la Ambrey. La nave ha comunicato che "l'equipaggio era illeso", ha aggiunto.
Da parte loro, gli Houthi yemeniti hanno rivendicato un attacco a una nave mercantile battente bandiera del Belize, registrata nel Regno Unito e operata dal Libano, nello stretto di Bab el-Mandeb al largo delle coste dello Yemen: la nave, la portarinfuse Rubymar, rischia di affondare ma l'equipaggio è al sicuro. Lo ha detto il portavoce militare del gruppo, Yahya Sarea, come riporta l'agenzia di stampa Reuters sul suo sito.
Le autorità militari hanno confermato che l'equipaggio ha abbandonato la nave, scrive da parte sua il Guardian. Sarea ha aggiunto che gli Houthis hanno anche abbattuto un drone statunitense a Hodeidah, nello Yemen.
Sisi, a causa degli attacchi Houthi sono crollati i ricavi del canale di SuezIl presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, ha dichiarato che come conseguenza degli attacchi degli Houthi alle navi del Mar Rosso, i ricavi del Canale di Suez sono crollati del 40-50% dall'inizio dell'anno.
I raid dei ribelli yemeniti filoiraniani hanno infatti spinto molti armatori a decidere di circumnavigare il continente africano piuttosto che rischiare di percorrere il Mar Rosso e il Canale di Suez, per i quali transita di norma dal 12 al 15% del traffico marittimo mondiale, secondo dati dell'Unione europea.
"Voi vedete cosa succede alle nostre frontiere con Gaza, vedete il Canale di Suez che frutta all'Egitto più di 10 miliardi di dollari l'anno e gli introiti che sono crollati dal 40-50%, mentre l'Egitto deve continuare a pagare imprese e partner", ha dichiarato Sisi in una conferenza stampa insieme a rappresentanti di compagnie petrolifere.
Secondo le Nazioni Unite, il volume dei transiti commerciali attraverso il canale è diminuito del 42% negli ultimi due mesi, con ripercussioni sull'intero commercio mondiale, mentre il numero di navi portacontainer che percorre il corso d'acqua settimanalmente è crollato del 67% su base annuale. Il transito di petroliere è diminuito del 18%, quello delle navi che trasportano sementi o carbone del 6% mentre il trasporto di gas è azzerato, sempre secondo l'Onu.
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