Un agente Novichok per uccidere Alexei Navalny? "Senza avere accesso al cadavere è impossibile dirlo", dice all'ANSA Sabina Strano-Rossi, professoressa associata in Medicina legale alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica di Roma e presidente del Gruppo Tossicologi Forensi Italiani.
Novichok sono agenti nervini sviluppati dall'Unione Sovietica a partire dagli anni Settanta.
L'ipotesi che sia stato uno di questi agenti ad uccidere Alexei Navalny non collima con i primi resoconti sulla sua morte, in cui le autorità russe facevano riferimento a "trombosi" o "sindrome da morte improvvisa". "L'avvelenamento da queste sostanze ha sintomi molto caratteristici: una forte produzione di saliva, le cosiddette pupille a forma di spillo, fascicolazioni muscolari con forti contrazioni fino alle convulsioni, difficoltà respiratorie, collasso", illustra Strano-Rossi. Tuttavia, le ultime testimonianze riferiscono di lividi sul cadavere di Navalny che potrebbero essere stati provocati da un'azione di contenimento a causa di convulsioni.
Al momento si tratta di ipotesi. "Scopriremo certamente chi e in quale preciso modo ha eseguito il crimine", ha detto Yulia Navalnaya accusando le autorità russe di nascondere il corpo in attesa che svaniscano le tracce dell'avvelenamento.
"Questi agenti potrebbero non essere più rilevabili nei campioni biologici, ma non sappiamo molto sul tempo necessario perché ciò avvenga", conclude Strano-Rossi.
La tossicologa, 'il Novichok è un'ipotesi plausibile'
'Compatibile con le convulsioni. Nel tempo le tracce si degradano'