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Mar Rosso, i ribelli yemeniti Houthi: abbiamo attaccato due navi militari Usa

Gaza, Biden: pericoloso se non ci sarà una tregua entro il Ramadan. Egitto: trattative proseguono, domani nuovo round. Hamas: la via dei negoziati non sarà aperta indefinitamente

Redazione Ansa

I ribelli yemeniti Houthi hanno attaccato due cacciatorpediniere statunitensi nel Mar Rosso, ha detto il portavoce militare Houthi Yahya Sare'e. "Le forze armate yemenite hanno effettuato un'operazione in cui hanno attaccato due cacciatorpediniere statunitensi nel Mar Rosso", ha detto Saree, secondo il canale televisivo Al Masirah, citato dall'agenzia russa Tass.

"Non ci sono scuse per Israele per bloccare agli aiuti umanitari a Gaza. Sarà molto pericoloso se non ci sarà la tregua a Gaza entro il Ramadan". Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito a Camp David. 

Una fonte egiziana di alto livello ha detto alla tv di Stato al Qahera che "proseguono le trattative al Cairo per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e domani si terrà un nuovo round tra le parti".

"Non permetteremo che la via dei negoziati rimanga aperta indefinitamente mentre l'aggressione e la carestia organizzata contro il nostro popolo continuano". Lo ha detto un responsabile di Hamas, Osama Hamdan, in conferenza stampa a Beirut.

I colloqui per il cessate il fuoco tra Hamas e i mediatori si sono interrotti al Cairo senza alcun risultato, con pochi giorni rimasti per fermare i combattimenti in tempo per l'inizio del Ramadan. Lo riportano i media internazionali, tra i quali il Guardian.

Bassem Naim, alto funzionario di Hamas, ha detto che il gruppo palestinese ha presentato la sua proposta per un accordo di cessate il fuoco ai mediatori durante due giorni di colloqui e sta aspettando una risposta dagli israeliani, che non hanno partecipato a questo round negoziale.

Una fonte egiziana di alto livello ha invece riferito all'emittente statale egiziana Al Qahera che "ci sono delle difficoltà ma i colloqui su Gaza continuano".

 

Sul terreno intanto reparti del genio israeliano hanno distrutto negli ultimi giorni nel nord della striscia di Gaza quello che è ritenuto essere ''il più grande tunnel'' scavato a fini militari da Hamas in quella zona. Secondo il portavoce dell'esercito quel tunnel - scoperto a dicembre a ridosso del valico di Erez di ingresso in Israele - era molto esteso e disponeva di diverse diramazioni. Immagini distribuite in passato dall'esercito mostravano il passaggio di un'automobile al suo interno.

''Si trattava di un tunnel strategico'', ha precisato il portavoce militare, precisando tuttavia che esso non penetrava in territorio israeliano. ''Yihia e Muhammad Sinwar - ha aggiunto, riferendosi ai leader locali di Hamas - hanno dedicato la massima attenzione alla sua progettazione e al suo finanziamento, che ha richiesto somme ingenti che Hamas ha preferito destinare a fini terroristici piuttosto che alle necessità della popolazione civile''. Con la distruzione di quel tunnel, ha concluso il portavoce, e' stata rimossa una delle minacce che incombevano sulle località israeliane situate a nord della Striscia. 

 Fonti mediche dello Shifa Medical Complex di Gaza City hanno affermato che 17 persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano a Khan Yunis contro la casa della famiglia Al-Faqawi. Lo riporta Wafa.   Un totale di 97 persone sono morte nelle ultime 24 ore.

Onu: 'Informazioni convincenti sulle violenze sessuali'. Hamas nega

Una squadra delle Nazioni Unite afferma che ci sono "informazioni convincenti" secondo cui gli ostaggi israeliani tenuti a Gaza sono stati sottoposti a violenza sessuale da parte di Hamas, compreso stupri e stupri di gruppo negli attacchi del 7 ottobre. Lo riporta la Bbc.

Per l'Onu, ci sono motivi per sospettare che gli abusi siano ancora in corso. Il ministero degli Esteri israeliano ha affermato di accogliere con favore il "riconoscimento definitivo che Hamas ha commesso crimini sessuali".

 Hamas "respinge" e "deplora" il rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite sulle violenze sessuali commesse durante l'attacco del 7 ottobre in Israele, ha dichiarato il movimento islamista palestinese in un comunicato. Le "accuse" di stupro e violenza sessuale commesse da membri di Hamas durante l'attacco sono "false" e "infondate", e il rapporto delle Nazioni Unite "non cita alcuna testimonianza delle vittime", ha affermato Hamas. 

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