"Se ci fosse stata Giorgia Meloni durante l'attacco missilistico a Odessa, cosa avrebbe detto il vostro popolo?" Volodymyr Zelensky usa l'orgoglio nazionale per sferzare i filorussi in Italia - e in tutto il mondo - e ribadire che Vladimir Putin è un pericolo pubblico per tutti.
"Questa parte della società italiana che non sostiene l'Ucraina sarebbe rimasta indifferente? Io non credo", ha detto il presidente, intervistato da Bruno Vespa, dopo aver ringraziato proprio la premier con la quale "abbiamo un rapporto molto forte" e "il popolo italiano che sostiene Meloni e l'Ucraina".
Nell'intervista Zelensky è tornato sulle sue parole sui pro-Putin in Italia pronunciate alla conferenza stampa per il secondo anniversario della guerra: chi favorisce lo zar, anche nel nostro Paese, "non capisce pienamente cosa sia la guerra, non lo sente sulla propria pelle", ha detto il presidente ucraino, citando quindi l'attacco che mercoledì ha sfiorato il suo corteo e quello del premier greco in visita a Odessa. "Cosa avrebbero detto gli italiani se il missile fosse caduto vicino a Meloni?", ha chiesto dopo aver ricordato che il razzo si è abbattuto "a 300 metri" dalle delegazioni.
"Difficile dire chi volessero colpire", ha osservato Zelensky sul reale obiettivo del raid. Se da una parte il consigliere diplomatico ucraino Ihor Zhovkva ha affermato che "non si può escludere che il colpo fosse diretto alla delegazione", dall'altra Dmitry Medvedev ha confermato la linea di Mosca: "E' ovvio a tutti" che l'attacco non fosse diretto contro il corteo, perché "altrimenti sarebbe stato colpito", ha sostenuto il super falco di Putin, aggiungendo provocatoriamente che tuttavia "è un peccato" che non abbia centrato il presidente ucraino.
In ogni caso, "il premier greco era molto sorpreso del raid, io no", ha sottolineato Zelensky prima di ricordare che Mosca ha tentato di ucciderlo "più di dieci volte, non saprei la cifra esatta. Ma in Ucraina tutti, militari e civili, rischiano la vita", ha evidenziato. Come a dire che quello di Odessa è solo l'ennesimo episodio di un'invasione della quale Putin non si accontenterà: "I loro messaggi ci dicono che il loro obiettivo non sono alcuni territori, ma è annettere tutta l'Ucraina", ha affermato il leader. E se la difesa di Kiev cade, "la Russia andrà avanti e sicuramente aggredirà i Paesi Nato, e l'Italia è uno di questi", ha avvertito, nel giorno in cui la Svezia è entrata ufficialmente nell'Alleanza come 32esimo membro.
Con queste premesse, l'unica strada è combattere: una tregua "sarebbe una pausa" che consentirebbe a Putin di "rafforzarsi", ha evidenziato Zelensky prima di rivolgersi a "Meloni, Sunak, Macron, Scholz, Biden: gli aiuti di questi Paesi, del G7 e di tutti gli altri Paesi e nostri amici è necessario e molto importante per difendere il diritto internazionale". Aiuti che devono urgentemente tradursi in armi moderne e adeguate: "Se le avessimo, potremmo cambiare le sorti della guerra" e "rispondere alle forze russe che stanno usando le armi a lunga gittata sulle nostre città come Kherson. Con le armi a più lunga gittata potremmo allontanarli di più", ha ribadito il leader ucraino.
Lo scontro sul terreno resta ancora l'unica opzione per delineare le sorti della guerra. Ma dopo settimane di cattive notizie dal fronte, Zelensky ha bisogno di risultati. In questo senso, "sono molto speranzoso" che il cambio dei vertici militari di Kiev possa migliorare la situazione sul campo, ha detto il presidente mentre giunge la notizia che il silurato Valery Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine, è stato nominato ambasciatore nel Regno Unito. Nel frattempo Kiev prepara il vertice di pace in Svizzera basato sulla formula di pace ucraina che non dà alcuna concessione territoriale a Mosca.
"Stiamo cercando una data giusta" per il summit, "per fare in modo che la maggioranza dei Paesi del mondo possa partecipare", ha detto il presidente ucraino. "Vogliamo molto la fine della guerra, ma devono esserci garanzie per una pace stabile e giusta".