Altri due droni sono stati abbattuti nella notte dal Caio Duilio, il cacciatorpediniere italiano che guida la missione europea Aspides a protezione del traffico mercantile nel mar Rosso. Il 2 marzo scorso c'era stato il primo abbattimento di un drone dei ribelli yemeniti da parte della nave della Marina Militare. "L'intensità e la pericolosità delle azioni degli Houthi sta aumentando di settimana in settimana", avverte il ministro della Difesa, Guido Crosetto. E non sta con le mani in mano la coalizione angloamericana di Prosperity Guardian, dal mandato più offensivo, che annuncia di aver distrutto un drone sottomarino e 18 missili anti-nave nelle aree del Mar Rosso antistanti lo Yemen.
Il governo di Sana'a ha riferito di 11 morti e 14 feriti negli attacchi aerei condotti da Stati Uniti e Regno Unito. La scorsa notte, dunque, mentre il Duilio sorvegliava il tratto di mare assegnato senza essere impegnato direttamente in un'attività di scorta a navi civili, i suoi radar hanno intercettato la scia di due mezzi aerei in avvicinamento, con caratteristiche analoghe a quelli usati per azioni terroristiche. A differenza di quanto avvenuto in passato, a quanto si apprende, le traiettorie non erano lineari ed i droni avanzavano in ore notturne. Giunti alla distanza considerata di rischio sono stati abbattuti dalle armi anti-drone di cui è dotato il cacciatorpediniere. Non si è fatta attendere la replica degli Houthi.
"L'abbattimento di nostri droni da parte della Marina italiana - ha detto all'ANSA Abdennaser Mahamed, funzionario del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica di Sanaa - costituisce una nuova conferma che l'Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele". Mahamed ha tuttavia precisato che "l'Italia per il momento non è un nostro obiettivo diretto". I target, ha aggiunto, rimangono due: "Impedire alle navi israeliane di dirigersi verso la Palestina occupata e colpire le navi americane e britanniche, per il sostegno americano e britannico a Israele nell'aggredire Gaza". L'Italia e gli altri Paesi della coalizione filo-israeliana, ha detto ancora il funzionario, "dimostrano di non voler calmare la situazione o contenere il raggio del conflitto. Vogliono invece espanderlo in tutto il Mar Rosso. Ma saranno le forze yemenite a determinare il teatro delle operazioni", Nelle ultime settimane nel Mar Rosso, ha spiegato da parte sua Crosetto, "si è passati dagli attacchi alle navi mercantili a quelli alle navi militari di scorta, con un'evoluzione continua nelle modalità di attacco, condotte in modo diverse rispetto alle ultime volte. L'intensità e la pericolosità delle azioni degli Houthi sta aumentando di settimana in settimana". E per fermarle, ha sottolineato, "non basta l'approccio militare".
Aspides "è fondamentale, bisogna coinvolgere più Nazioni per arrivare ad una soluzione in tempi brevissimi" ma, ha rilevato il ministro, "il tema di cui si parlerà nelle prossime settimane è quello di affiancare altri interventi, altre trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che poi non incidono, come dichiarano gli Houthi, sulla guerra a Gaza, ma soltanto sull'economia italiana o dell'Europa". Ciò perchè queste azioni "creano concorrenza sleale" nel commercio: "se la compagnia cinese o russa non viene colpita e vengono colpite solo quelle occidentali - ha fatto notare il titolare della Difesa - ci sarà un vantaggio sul medio e lungo termine per tutte le compagnie cinesi e russe. Si tratta di una guerra ibrida a tutto il sistema economico occidentale a favore di un sistema economico alternativo". E l'Italia ha tanto da perdere, considerando che dallo stretto di Suez passano merci "per 148 miliardi di euro".