L'azienda parla solo di "morte improvvisa", i media di apparente "suicidio" con il cadavere trovato impiccato nel bagno del suo ufficio. Vitaly Robertus, vicepresidente della Lukoil, allunga la lista dei funzionari e manager scomparsi misteriosamente in Russia. E le circostanze della sua morte accendono nuovi sospetti per il quarto alto dirigente del colosso petrolifero russo deceduto in meno di due anni. Robertus, 54 anni, ha lavorato alla Lukoil per 30 anni "conquistando il rispetto dei suoi colleghi non solo nell'azienda, ma anche nell'intero settore", scrive l'azienda nell'annunciare la sua morte.
"Nella nostra memoria rimarrà un leader di talento, una persona versatile e un compagno comprensivo". Ma con il passare delle ore, le comunicazioni di rito hanno lasciato spazio a inquietanti dettagli: Robertus è stato trovato morto impiccato nel bagno del suo ufficio, hanno scritto diversi canali Telegram russi tra cui Astra e Baza, media vicino ai servizi di sicurezza di Mosca. "Poco prima della sua morte, Robertus si è lamentato della sua salute e ha chiesto delle pillole per la testa, dopodiché si è recato nel suo ufficio. Per diverse ore non è uscito e non ha risposto al telefono, così i dipendenti hanno deciso di entrare e hanno scoperto il corpo. Il top manager si è suicidato ed è morto di asfissia", ricostruisce il canale social. Robertus è il quarto top manager della Lukoil a morire negli ultimi due anni, dopo che nel marzo 2022 l'azienda criticò pubblicamente l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Nell'ottobre dello scorso anno Vladimir Nekrasov, presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda, è deceduto all'età di 66 anni per "insufficienza cardiaca acuta", problematica quasi endemica tra i morti in circostanze sospette in Russia. Prima di lui ci fu l'eclatante scomparsa di Ravil Maganov, presidente di Lukoil che il primo settembre 2022 è caduto fatalmente dalla finestra di un ospedale a Mosca in circostanze che restano tuttora inspiegabili: non molto tempo prima, si era espresso contro la guerra in Ucraina. E nel maggio di quello stesso anno, un ex top manager del colosso petrolifero, Alexander Subbotin, è morto in circostanze misteriose all'età di 44 anni, ritrovato nel seminterrato della casa di uno sciamano a Mytishchi, una città a nord-est della capitale Mosca, dopo aver subito un apparente attacco di cuore. Incongruenze, interrogativi e coincidenze rendono difficile derubricare come semplici "incidenti" questi episodi. E se si allarga lo sguardo, i sospetti e i misteri si moltiplicano: solo nel settore degli idrocarburi russi, quattro top manager di Gazprom sono morti in soli sei mesi del 2022, secondo Novaya Gazeta.
Più in generale, ci sono state numerose altre morti inspiegabili di importanti personaggi russi da quando Putin ha lanciato l'invasione dell'Ucraina. Tra gli ultimi episodi, quello di Vladimir Egorov, deputato 46enne del partito al potere Russia Unita della città siberiana di Tobolsk, ritrovato morto a fine 2023 dopo essere "caduto dalla finestra" secondo alcuni media russi, mentre altri hanno parlato di "problemi cardiaci". Tra i casi più discussi anche quello del magnate delle salsicce e deputato Pavel Antov, a sua volta membro del partito di Putin, morto in India il 24 dicembre 2022 dopo essere precipitato dal terzo piano del suo hotel. Antov era finito nel mirino per un post contro la guerra pubblicato su WhatsApp, che successivamente aveva provato a rinnegare definendolo come uno "sfortunato malinteso e un errore tecnico".
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