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Non solo Cina e Iran, anche l'India omaggia lo zar

La più grande democrazia globale assieme a dittatori e autocrati

Il primo ministro indiano Narendra Modi

Redazione Ansa

Malgrado oltre due anni di aggressione militare all'Ucraina, Vladimir Putin si ritrova con un forte sostegno globale dopo la conquista del suo quinto mandato presidenziale. Non il semplice 'asse del male' disegnato da George W. Bush (Iran, Iraq e Corea del Nord più Cuba, Libia e Siria) ma un coacervo di leader (tra cui l'indiano Modi, a capo della più grande democrazia del mondo) spinti da motivazioni diverse che rappresentano più della metà della popolazione del pianeta e con un Pil in costante crescita.
    Il messaggio più gradito e atteso (a Mosca) è stato quello del presidente cinese Xi Jinping, per il quale la rielezione dello zar "riflette pienamente il sostegno del popolo". La Cina, ha aggiunto Xi, "attribuisce grande importanza alle relazioni bilaterali" ed è pronta a promuovere ulteriormente lo sviluppo duraturo, sano, stabile e approfondito dei rapporti bilaterali".
    I legami Xi-Putin si sono rinsaldati dopo l'attacco all'Ucraina: i due leader hanno maturato "una profonda amicizia personale" nei 42 incontri tenuti negli ultimi 10 anni, utili a rimodellare i rapporti tra i due Paesi in base alle rispettive necessità, in funzione dell'ambizione strategica di abbattere l'ordine mondiale a guida Usa per sostituirlo con uno "multipolare".
    L'interscambio bilaterale ha superato i 200 miliardi di dollari e Pechino, a dispetto della neutralità rivendicata, ha offerto copertura diplomatica, a partire dalle votazioni in seno all'Onu. "Attualmente, la partnership cooperativa strategica è al livello migliore della storia, un esempio per le relazioni internazionali di un nuovo tipo", ha aggiunto Xi. Putin, dopo la rielezione, ha ricambiato l'attenzione di Pechino: "Taiwan è parte inseparabile della Cina. Ogni sforzo di Paesi anti-cinesi nello Stretto di Taiwan e l'imposizione di sanzioni alla Cina sono destinati a fallire", ha detto. Musica per le orecchie di Xi.
    In nome della cooperazione "strategica esterna" basata sulla "indipendenza antimperialista come idea comune", il leader nordcoreano Kim Jong-un ha voluto assicurare a Putin che "una nuova era di amicizia bilaterale", mentre le armi di Pyongyang stanno aiutando lo sforzo bellico russo in Ucraina. Anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi, alleato nella battaglia contro 'il grande satana americano', si è congratulato con lo zar per la vittoria "decisiva". Analoghe le attestazioni dei presidenti di Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua, così come dei leader di Burkina Faso, Mali e Niger. Il presidente egiziano al-Sisi ha espresso l'auspicio di "ulteriori sviluppi nella cooperazione in nome dell'amicizia tra i due Paesi". Mentre il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha inviato a Putin un messaggio di felicitazioni con l'augurio di "buona salute e felicità", ha riferito l'agenzia statale di Riad.
    Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato, si è congratulato con una telefonata, così come hanno fatto i vertici delle ex repubbliche sovietiche: Kazakhstan, Azerbaigian e Tagikistan, su cui pendono i timori della vicenda che ha colpito l'Ucraina. Kirghizistan e Uzbekistan hanno inviato messaggi.
    Fin qui nulla di inatteso. Quello che preoccupa l'Occidente è però che anche il premier Narendra Modi, che d'altra parte con Putin siede nel consesso dei Brics, non si sia sottratto al rito. "Congratulazioni di cuore" per la rielezione, "non vediamo l'ora di lavorare insieme per rafforzare ulteriormente il collaudato partenariato strategico speciale e privilegiato tra India e Russia negli anni a venire", ha scritto Modi su X. A sugellare un antico rapporto militare, un condiviso spirito anti-colonialista e anche gli accordi sul petrolio russo: le sanzioni occidentali hanno fatto di New Delhi uno dei principali destinatari al mondo dell'oro nero del Cremlino. 
   

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