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Dagli eurobond alla Bei, le idee per la difesa Ue

Le opzioni sul tavolo per far crescere l'autonomia militare

Una moneta da 1 euro

Redazione Ansa

   "Investire di più, meglio ed europeo". Lo slogan coniato a febbraio da Ursula von der Leyen per dare vita alla nuova difesa comune si articola in proposte già messe nero su bianco e ipotesi ancora da esplorare. Con un deciso cambio di paradigma l'Europa punta a ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti - guardando alla minaccia del ritorno di Donald Trump - e a rafforzare l'industria bellica all'interno dei confini continentali. Resta però il nodo sulle modalità di finanziamento per realizzare l'autonomia militare.

    Ecco i punti principali sul tavolo dei leader Ue riuniti a Bruxelles:

   * FONDI - Il primo piano di investimenti (Edip) stilato vale 1,5 miliardi di euro dal bilancio comune fino al 2027.

    * EUROBOND - L'idea di un nuovo fondo comune da 100 miliardi di euro dedicato alla difesa e ispirato al Recovery fund e al programma Sure - avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla premier estone Kaja Kallas, con il sostegno del premier belga De Croo - divide i Ventisette nell'ormai classica spaccatura tra i frugali del Nord Europa e il fronte che chiede solidarietà.

    * PROJECT BOND - In caso di mancata intesa sui Defence bond, un passo intermedio sarebbe rappresentato da obbligazioni emesse da più Paesi membri per progetti industriali che li accomunano.

    * BEI - La Banca europea per gli investimenti rivedrà la sua politica di prestito per aumentare i fondi concessi alle attrezzature a duplice uso militare e civile come i droni.

    * ACQUISTI CONGIUNTI - La nuova strategia industriale (Edis) invita i Ventisette ad acquistare almeno il 40% degli armamenti in modo collaborativo entro il 2030. Un'inversione di marcia rispetto alla linea tenuta dopo l'invasione russa dell'Ucraina, con il 78% delle commesse distribuite fuori dai confini europei, il 63% delle quali negli Usa.

    * COMMERCIO IN EUROPA - Seguendo il principio del 'Buy European', il valore degli scambi commerciali di armamenti tra i Ventisette dovrà rappresentare almeno il 35% del valore dell'intero mercato continentale entro il 2030. Oggi la quota è del 15%. 
   

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