Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa Putin di voler "scaricare la colpa" dell'attentato al Crocus City Hall sull'Ucraina. "Per quello che è successo ieri a Mosca - scrive su Telegram - ovviamente sia Putin che il resto della feccia stanno cercando di incolpare qualcun altro. hanno sempre gli stessi metodi. E' già successo" .
La Russia ha affermato in serata di aver respinto un attacco di dieci missili ucraini contro la città di Sebastopoli in Crimea, penisola annessa nel 2014 da Mosca, i cui detriti hanno ferito un bambino. Lo ha annunciato il governatore Mikhail Razvozhayev su Telegram.
"Il nostro esercito ha respinto un massiccio attacco a Sebastopoli. Secondo le prime informazioni, più di dieci missili sono stati abbattuti", ha precisato Razvozhayev.
Il sanguinoso attentato al Crocus City Hall di Mosca non ferma la guerra in Ucraina, dove proseguono gli scontri al fronte e gli attacchi dal cielo mentre il presidente russo Vladimir Putin continua a suggerire apertamente un coinvolgimento di Kiev nella strage alla sala concerti della capitale russa. Accuse respinte puntualmente dal governo di Volodymyr Zelensky e bollate come "menzogne" dall'intelligence del Gur. All'indomani del massiccio attacco russo sulle strutture energetiche del Paese invaso, le forze ucraine provano a rispondere con uno sciame di droni sulle regioni russe di Bryansk, Voronezh, Saratov e anche a Belgorod, dove gli Uav hanno provocato un morto e due feriti, secondo il governatore. Nel frattempo, i canali Telegram di almeno tre media russi hanno diffuso notizie e immagini di un'esplosione e un incendio nella raffineria di petrolio russa di Kuibyshev, nella regione di Samara. Secondo informazioni preliminari, l'impianto - che si trova vicino alla città di Novokuibyshevsk - è stato attaccato con un drone. Sebbene non sia stata ufficialmente confermata dalle forze di Kiev, la notizia del raid sulla raffineria sembra rispondere coi fatti all'articolo del Financial Times secondo cui gli Stati Uniti hanno esortato l'Ucraina a non attaccare gli impianti del petrolio russe e altre infrastrutture energetiche. Ma sono obiettivi legittimi, secondo il governo di Zelensky. E gli attacchi sembrano dare risultati: secondo il ministero della Difesa britannico "i recenti raid alle raffinerie hanno probabilmente distrutto almeno il 10% della capacità di raffinazione del petrolio russo". Per Londra è poi improbabile che la Russia sarà in grado di proteggere tutte queste strutture, date le dimensioni e la portata della sua industria energetica, nonostante l'annuncio del governo di Putin di voler schierare i sistemi di difesa aerea Pantsir a protezione degli impianti petroliferi. Con gli attacchi oltre il confine, il governo di Zelensky cerca in tutti i modi risultati che al fronte stentano ad arrivare. Mosca continua infatti la sua avanzata a est e ha rivendicato la conquista di Ivanivske - Krasnoye in russo -, villaggio nei pressi di Bakhmut e parte di un settore importante del fronte, quello vicino alla città chiave di Chasiv Yar. Se le forze russe riuscissero nell'intento di occupare l'insediamento, potrebbero intensificare gli attacchi contro Kramatorsk, grande città del Donbass controllata da Kiev e presa di mira sempre più spesso dai bombardamenti russi. Solo giovedì l'esercito russo aveva rivendicato la cattura di un altro villaggio vicino ad Avdiivka, nel sud dell'Ucraina. Mentre cresce la preoccupazione su una possibile nuova offensiva a nord, nel Kharkiv. L'oblast è stato messo in ginocchio dall'ultimo massiccio attacco russo alle infrastrutture energetiche, con circa 275.000 persone ancora senza elettricità stamattina nell'omonimo capoluogo. E dopo che Putin ha espresso l'intenzione di voler creare una "zona cuscinetto" che allontani i raid di Kiev dalla regione di Belgorod, il futuro non fa ben sperare per la regione nordorientale ucraina.