Mondo

L'ascesa di Imamoglu, il rivale del Sultano

Dal calcio a Istanbul,il sindaco lanciato verso le presidenziali

Ekrem Imamoglu

Redazione Ansa

 "Andrà tutto molto bene", "her sey cok guzel olacak". Si è rivelato, per ora, profetico lo slogan utilizzato da Ekrem Imamoglu quando nel 2019 ha vinto contro il candidato sindaco a Istanbul sostenuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Dopo avere, all'epoca, strappato la più grande città turca al movimento politico di Erdogan, che la governava da oltre un ventennio, Imamoglu è stato riconfermato anche cinque anni dopo, con 300mila voti in più rispetto alla prima vittoria e staccando l'avversario di 1 milioni di consensi.

Un risultato che ha rafforzato la percezione, diffusa trasversalmente in Turchia, secondo cui può essere l'unico leader di opposizione in grado di battere Erdogan anche alle elezioni presidenziali, in programma nel 2028. Imamoglu è nato nel 1970 in provincia di Trabzon, sulla costa del Mar Nero, ad oltre 1000 km di distanza da Istanbul. Durante la giovinezza si è distinto come portiere, a livello amatoriale, in una squadra di calcio nella parte settentrionale dell'isola di Cipro - riconosciuta esclusivamente da Ankara - dove ha studiato ingegneria civile all'università americana di Girne e ha poi continuato gli studi nella città sul Bosforo, dove si era trasferita la sua famiglia.

Dopo la laurea in amministrazione aziendale e un master in gestione delle risorse umane, ha lavorato per un periodo nell'impresa di costruzioni di famiglia, sempre mantenendo legami con il mondo dello sport e con Trabzon, diventando anche parte del consiglio di amministrazione delle locali squadre di calcio e basket. Scelse di buttarsi in politica nel 2008, diventando membro del Partito Repubblicano del Popolo (Chp), la forza politica del fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal Ataturk, laica e orientata verso il centro sinistra. Nel partito ha fatto carriera e nel 2014 ha battuto alle elezioni locali il candidato di Erdogan nella municipalità di Beylikduzu, quartiere periferico sulla sponda europea di Istanbul. Per poi diventare, dopo 5 anni, primo cittadino dell'intera città dopo un risultato elettorale che Erdogan non riconobbe, chiedendo nuove elezioni nelle quali Imamoglu riconfermò la sua vittoria, con un vantaggio addirittura più ampio. Ha sempre trovato la solidarietà di Mansur Yavas, l'altro candidato del suo partito che nella stessa tornata elettorale del 2019 conquistò Ankara ed è stato riconfermato oggi nella capitale con un plebiscito. Anche Yavas è ritenuto un altro grande leader dell'opposizione in grado di battere il Sultano.


    Carismatico e sicuro di sé, Imamoglu riesce a parlare non solo con i laici ma anche con i religiosi e i conservatori, una parte della società che il suo partito ha tradizionalmente ignorato. Usa generalmente toni concilianti e positivi al contrario della retorica dura e polarizzante di Erdogan. Ha dimostrato apertura anche verso la parte curda della società, che lo ha sostenuto in due elezioni consecutive. L'unico scheletro nell'armadio è una condanna a due anni e otto mesi e l'esclusione dalla vita politica per offesa a pubblico ufficiale, che gli fu inflitta nel 2022 per alcune frasi quando non fu accettata la sua prima vittoria a Istanbul. La vicenda è ancora appesa e la sua carriera politica potrebbe essere a rischio se la Corte d'Appello confermasse la sentenza. 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it