Il presidente cinese Xi Jinping tende la mano ai "compatrioti" di Taiwan, colpiti dal violento terremoto di magnitudo 7.4, ma circonda l'isola di jet e navi militari. Mentre la leader della provincia ribelle Tsai Ing-wen ringrazia per il sostegno "alleati e amici" del mondo libero, come a voler ostentare che Taipei non è sola tra le molteplici manifestazioni di solidarietà ricevute, incluse quelle di Usa, Ue, Giappone e India.
"La Cina continentale sta prestando molta attenzione al terremoto registrato nella regione di Taiwan e allo sviluppo del disastro, ed è disposta a fornire assistenza in caso di catastrofe", è stata la formula usata da Zhu Fenglian, portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo cinese.
Pechino "è molto preoccupata per la situazione ed esprime sincera solidarietà ai compatrioti di Taiwan colpiti dal disastro", ha aggiunto la portavoce.
Da Taiwan, dove non ci sono stati ancora commenti all'offerta d'aiuto di Pechino, il ministero della Difesa ha invece riferito di aver rilevato 30 aerei e 9 navi da guerra cinesi intorno all'isola nell'arco delle 24 ore alle 6 locali (la mezzanotte in Italia): manovre dai numeri giornalieri più alti del 2024 che seguono la recente telefonata tra Xi e il presidente americano Joe Biden nella quale il leader cinese ha ribadito che Taiwan è "la prima linea rossa invalicabile" nelle relazioni bilaterali, essendo l'isola - secondo la lettura della leadership comunista - una mera questione interna e la riunificazione un percorso ineludibile anche con l'uso della forza, se necessario.
Tsai ha affidato a X "la sua profonda gratitudine" per i messaggi di sostegno e l'offerta di aiuto ricevuti dai leader di tutto il mondo. Tra i primi, il premier nipponico Fumio Kishida, il presidente filippino Ferdinand Marcos jr, il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, il presidente della Repubblica Ceca Vystrcil Milos e il vicepremier thailandese Parnpree Bahiddha-Nukara. Non era scontato che arrivassero queste manifestazioni di vicinanza nel mezzo delle tensioni nello Stretto di Taiwan, oltre al cordoglio della dozzina di Paesi con cui Taipei ha ancora relazioni ufficiali, tra cui Eswatini, Guatemala e Paraguay. La Casa Bianca, invece, ha annunciato che gli Stati Uniti sono "pronti" ad aiutare Taiwan e "a fornire tutta l'assistenza necessaria", ha assicurato Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, in una nota destinata a mandare Pechino su tutte le furie.
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