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Budapest, Salis non è un'eroina, difenderemo i nostri magistrati

Secondo il portavoce di Orban il padre ha trasformato la vicenda in un caso politico

Ilaria Salis durante l'ultima udienza giudiziaria

Redazione Ansa

     Il portavoce del primo ministro ungherese Viktor Orban attacca Ilaria Salis e il padre. "Ilaria Salis non è un'eroina - scrive Zoltan Kovacs in video su X - lei e i suoi 'compagni' sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica e noi difenderemo la reputazione e l'integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo".

    Per Budapest, "il padre di Ilaria Salis ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate e lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico". 

    Il portavoce di Orban accompagna la sua dichiarazione con immagini, già trasmesse in passato da lui stesso, di persone picchiate aggiungendo nel filmato anche foto di teste ricoperte da cicatrici.

    "Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane il padre di Ilaria Salis - afferma Kovacs - ha parlato con tutta la stampa dell'Europa occidentale, come pure con alcuni media Usa, è stato addirittura invitato all'Europarlamento e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate che non possono essere lasciate senza risposta. Dovremmo aggiungere che lui stesso ha trasformato il caso di sua figlia in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse
totalmente infondate".

    Come padre, rincara il portavoce di Orban, "farebbe forse bene a riflettere su come sua figlia si sia trovata in un incidente del genere ancora una volta, perché
questo caso non è senza precedenti"

Ue, applicare sempre il principio di proporzionalità

    "Chiaramente le misure prese durante i procedimenti giudiziari sono un affare interno degli Stati membri ma il principio di proporzionalità deve essere
sempre applicato". Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea rispondendo a una domanda sul caso Ilaria Salis, nuovamente portata in catene al processo che la vede coinvolta a Budapest. 

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