Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha promesso di riformare gli affari statali per riflettere la volontà popolare dopo la schiacciante sconfitta alle elezioni parlamentari del suo People Power Party, riuscito a malapena a impedire che il blocco progressista ottenesse la maggioranza dei due terzi dei 300 seggi che compongono l'Assemblea nazionale. "Accetterò umilmente la volontà del popolo espressa nelle elezioni generali, mi impegnerò a riformare l'amministrazione e farò del mio meglio per stabilizzare l'economia e migliorare i mezzi di sussistenza delle persone", ha affermato Lee Kwan-seop, capo dell'Ufficio presidenziale in conferenza stampa.
Secondo l'Ufficio, il primo ministro Han Duck-soo e tre alti assistenti, tra cui lo stesso Lee, si sono offerti di dimettersi per assumersi la responsabilità del tracollo elettorale, visto come una bocciatura della leadership di Yoon nei suoi due anni al potere. Il presidente conservatore, invece, sperava che il voto avrebbe permesso al suo partito di riprendere il controllo del parlamento e di contribuire ad approvare un quadro di riforme fondamentale per mantenere gli impegni presi in campagna elettorale nei restanti tre anni del suo mandato.
Yoon è il primo presidente della giovane storia democratica della Corea del Sud, iniziata nel 1987, a lavorare con un parlamento controllato dall'opposizione per tutti i cinque anni di mandato. Nel frattempo, l'amministrazione presidenziale farà una valutazione degli scenari maturati e sulle loro cause, dovendo aprire un canale di comunicazione con le altre forze in parlamento. Da quando è entrato in carica a maggio 2022, Yoon non ha tenuto un incontro formale con il leader del Partito democratico Lee Jae-myung, alle prese con una serie di indagini sulla corruzione che, a suo parere, sono politicamente motivate.
Il Partito democratico, la principale forza d'opposizione in Corea del Sud, ha mantenuto la maggioranza nell'Assemblea nazionale, il parlamento di Seul, nelle elezioni generali tenutesi mercoledì, segnando un'altra grave battuta d'arresto per il People Power Party e il presidente Yoon Suk-yeol. I democratici, infatti, hanno vinto 161 dei 254 seggi dei collegi uninominali, mentre il Ppp ne ha ottenuti solo 90, in base ai dati della Commissione elettorale nazionale.
Includendo i seggi assegnati nel proporzionale, democratici e alleati hanno ottenuto 175 seggi (5 in meno rispetto al 2020) e
il Ppp e l'affiliato People Future Party 108 seggi (5 in più) nell'Assemblea nazionale composta da 300 membri. Il Rebuilding
Korea, forza guidata dall'ex ministro della Giustizia Cho Kuk, ritenuto parte del blocco d'opposizione, ha ottenuto 12 seggi
nel proporzionale, mentre il New Reform Party dell'ex leader deposto del Ppp Lee Jun-seok, ne ha presi due.
I risultati hanno evidenziato il grave deterioramento del sentimento pubblico nei confronti dell'amministrazione Yoon appena due anni dopo la sua entrata in carica, con il Ppp che è riuscito a malapena a impedire al più ampio blocco di opposizione di ottenere una maggioranza di due terzi. Nella più ampia area di Seul, i democratici l'hanno spuntata in 90 collegi su 122, mentre nella provincia di Gyeonggi ne hanno presi 53 sui 60 seggi in palio.
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