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La protesta pro Gaza nelle università. La Columbia annulla la cerimonia delle lauree

L'Università del Vermont ha cancellato il discorso dell'ambasciatrice Usa all'Onu. Gli studenti delle università di Oxford e Cambridge hanno allestito campi filo-palestinesi. Prosegue l''acampada' a Bologna

Redazione Ansa

La Columbia University ha annullato la cerimonia per le lauree a causa delle proteste contro la guerra a Gaza. Lo riporta Axios.

La protesta continua a dilagare. Gli studenti delle università di Oxford e Cambridge hanno allestito campi filo-palestinesi, come accade da settimane nei campus americani e in altre parti del mondo. Lo riporta Sky News. I filmati pubblicati sui social media mostrano accampamenti allestiti sui prati fuori dal Kings College di Cambridge e dal Pitt Rivers Museum di Oxford. A Oxford sono comparsi cartelli legati alle ringhiere, "Accampamento di solidarietà a Gaza", mentre a Cambridge gli studenti sono stati visti legarsi sciarpe intorno alla bocca e al naso. L'organizzazione Cambridge for Palestine ha detto che una manifestazione dovrebbe iniziare in città alle 15 di questo pomeriggio.   

L'Università del Vermont ha cancellato il discorso dell'ambasciatrice Usa all'Onu Linda Thomas-Greenfield alla cerimonia di laurea di quest'anno a causa delle proteste pro-palestinesi in corso nel campus. Gli studenti hanno chiesto la cancellazione del suo intervento a causa delle politiche Usa di sostegno a Israele per la guerra a Gaza, e in un post su Instagram il gruppo Students for Justice in Palestine dell'università ha celebrato la notizia, definendo Thomas-Greenfield una "criminale di guerra".

L''acampada' a Bologna

"Quando verrà scritta la pagina di storia che racconterà questi mesi, si dirà che le istituzioni dell'Occidente ancora una volta hanno deciso di stare dalla parte sbagliata della storia, cioè dalla parte del genocidio". Lo afferma Ettore, portavoce dei Giovani palestinesi che hanno montato le tende a Bologna, in piazza Scaravilli, in una 'acampada' di fronte al rettorato dell'Università. "Siamo qui innanzitutto per esprimere la nostra piena solidarietà e complicità alle studentesse e agli studenti americani che sono stati duramente repressi dalle forze di polizia statunitensi in tutti i campus nei quali si sono accampati", spiega Ettore, ricordando l'ondata di occupazioni nelle università americane che ha preceduto la mobilitazione italiana. Ma sul tavolo, per gli studenti dell'università di Bologna, c'è anche la questione del boicottaggio, già chiesto nelle prossime settimane. Il prossimo Senato accademico è in programma il 21 maggio e per quella data gli attivisti pro Palestina sperano di poter presentare una mozione "di rescissione degli accordi tra l'Università di Bologna, le università israeliane, le aziende della filiera della morte, come Leonardo e Thales". L'idea è far votare la mozione per punti, per accrescere la possibilità di ottenere risultati anche parziali. "Il nostro impegno per il boicottaggio accademico non si ferma, è un impegno che continua con forza e determinazione", affermano i Giovani palestinesi. Intanto, nell'accampamento nel cuore della zona universitaria, crescono le tende, tra striscioni e opere d'arte pro Palestina. Il programma di questi giorni prevede la proiezione di film, laboratori, e momenti di dibattito. Mercoledì 8, all'ora di pranzo, sarà presente l'attivista egiziano Patrick Zaki.

Presidio degli studenti all'American University of Rome 

All'American University of Rome (Aur) è cominciato "l'accampamento" - "Aur encampment"- degli studenti nel giardino del campus dove è stata montata una tenda. A renderlo noto è l'American Student Action for Palestine (Asap Roma) sui social. Il presidio nasce per chiedere "il cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza; la fine dell'occupazione dei coloni israeliani e dell'apartheid in Palestina; il rispetto e l'applicazione del diritto internazionale; la fine degli aiuti finanziari e militari del governo degli Stati Uniti nel genocidio in corso dei palestinesi a Gaza; la fine degli investimenti aziendali statunitensi in aiuti finanziari e militari nel genocidio in corso a Gaza", come scritto dai giovani. Sono diverse le attività in programma per questa "giornata di solidarietà": dalle sessioni creative dove verrano realizzati poster con messaggi "di grande impatto" ai momenti di riflessione e silenzio.

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