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Il Parlamento chavista chiede la revoca dell'invito agli osservatori Ue

Per le elezioni presidenziali del 28 luglio prossimo. E il candidato oppositore denuncia profili fake online

Un murale del presidente venezuelano Nicolas Maduro

Redazione Ansa

   Il Parlamento venezuelano ha approvato una risoluzione in cui chiede al Consiglio nazionale elettorale (Cne) di ritirare l'invito rivolto alla Unione europea (Ue) di inviare una missione di osservazione in occasione delle elezioni presidenziali del 28 luglio prossimo.

    Il presidente dell'organo legislativo unicamerale, Jorge Rodríguez, ha annunciato che è stata approvata a maggioranza qualificata una mozione di ripudio per il rinnovo delle "sanzioni illegali e illegittime" contro il Venezuela da parte della Ue.

    Rodríguez ha spiegato che questo si deve ad "una presa in giro, un vero insulto" costituito dalla decisione comunitaria di togliere temporaneamente le restrizioni di viaggio al presidente del Cne, Elvis Amoroso, e a tre ex membri di questo organismo, mantenendole invece per altri responsabili venezuelani.

    "Non spetta a noi decidere - ha ancora detto - ma spetta a noi dare la nostra opinione, e credo che con questo atteggiamento razzista, arrogante, maleducato, offensivo della Ue, l'invito ad una missione di osservazione elettorale diventa materialmente impossibile".

    "Come possiamo invitare un'istituzione - ha aggiunto - che simpatizza con il candidato degli Stati Uniti (in riferimento a Edmundo González Urrutia, scelto dalla Piattaforma unitaria democratica di opposizione)? 

    Infine Rodríguez ha assicurato che Bruxelles non vuole "elezioni libere e democratiche" in Venezuela, ma piuttosto che il potere "passi ad un burattino" degli Stati Uniti". 
   

Gonzalez Urrutia denuncia, disinformazione online

     Il candidato delle opposizioni venezuelane, Edmundo Gonzalez Urrutia, denuncia la comparsa di numerosi profili falsi sui social network, allo scopo di confondere gli elettori, in vista del voto del 28 luglio.

   Secondo i portali di fact-checking, il fenomeno si registra soprattutto sulla piattaforma X, ma anche su Instagram, dove sono almeno una quarantina i "fake account" di Urrutia. I profili utilizzano nomi simili, la stessa immagine dell'account
ufficiale, o la stessa biografia

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