'Robo, vieni qui!' Con queste parole ha attirato il premier slovacco Robert Fico, prima di sparargli e ridurlo in fin di vita. In attesa di conferme ufficiali, i media slovacchi hanno identificato l'attentatore in Juraj Cintula, 71enne originario della cittadina di Levice, nel sud del Paese, scrittore di poesie. E in passato anche attivista per il movimento non violento, nonostante un impiego nei servizi di sicurezza durante il quale è rimasto ferito in un attacco di un ubriaco ad un centro commerciale nel 2016. E' per quel lavoro - scrivono ancora i media - che l'uomo, arrestato immediatamente dopo l'attentato, possedeva legalmente l'arma con la quale ha tentato di assassinare il primo ministro Fico.
Per i portali di notizie slovacchi, Cintula è fondatore del Club letterario Duha e, secondo la sua pagina Facebook, è autore di varie raccolte di poesia e di un romanzo. Il sito Dennik N racconta che Cintula otto anni fa annunciò in rete che stava raccogliendo firme per la fondazione del partito politico Hnutie proti nasiliu, 'Movimento contro la violenza'. "La violenza è spesso una reazione delle persone, come forma di espressione di semplice insoddisfazione per lo stato delle cose. Cerchiamo di essere insoddisfatti, ma non violenti!", aveva scritto all'epoca.
Il sito aktuality.sk è riuscito a parlare con il figlio di Cintula, che si è detto scioccato e ha confermato che il padre possedeva legalmente una pistola. "Non ho idea delle intenzioni di papà, dei suoi piani o del perché sia successo", ha affermato, aggiungendo che il padre non aveva mai parlato apertamente di attaccare il premier. "Sicuramente non ha votato per lui, questo è tutto quello che posso dire al riguardo". Il figlio ha anche negato che l'uomo fosse un paziente psichiatrico. "Deve esserci stati qualche cortocircuito", ha detto.
Sempre Aktuality.sk è riuscito a contattare un conoscente e vicino di casa con il quale Cintula ha fondato il movimento non violento. "Era un partito che abbiamo fondato contro ogni violenza", ha detto l'uomo, confermando che l'aggressore "aveva una pistola legale" per via del suo vecchio lavoro al servizio di sicurezza. "Sono rimasto scioccato da quello che è successo oggi. Non volevo crederci, nemmeno quando ho visto le foto".