Ilaria Salis uscirà a metà della prossima settimana, probabilmente giovedì, dal carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Utca dopo aver trascorso più di 15 mesi in cella: dall'11 febbraio del 2023 è infatti detenuta in Ungheria con l'accusa di aver partecipato a due aggressioni nei confronti di tre militanti neonazisti e di far parte di un'associazione criminale, ma fra qualche giorno potrà tornare a vivere in un appartamento in attesa della fine del suo processo. Avrà il braccialetto elettronico che la commissione d'appello ha ritenuto sufficiente per escludere il pericolo di fuga, concedendole quindi a sorpresa quella detenzione cautelare ai domiciliari che le era stata negata più volte, con il pagamento di una cauzione di 16 milioni di fiorini ungheresi. Proprio questa operazione ha allungato un po' i tempi della sua scarcerazione dato che il bonifico effettuato ieri dalla famiglia dell'attivista milanese dovrà passare prima dallo studio del legale ungherese Gyorgy Magyar e poi verrà trasmesso al Tribunale con il weekend in mezzo e le banche chiuse anche lunedì, che è il giorno di Pentecoste e festa nazionale in Ungheria.
Solo quando riceverà la somma, il Tribunale ordinerà subito l'esecuzione della custodia cautelare ai domiciliari con la scarcerazione che Roberto Salis si augura il meno mediatica possibile: "Chiediamo a tutti i giornalisti di non presentarsi davanti al carcere dove è detenuta Ilaria perché ci sono forti timori per la sua sicurezza e quindi, quando uscirà, andrà nel suo domicilio in modo riservato", il suo appello all'ANSA. E' tutt'altro che tranquillo infatti il padre dell'insegnante, candidata con Avs alle prossime europee, che ha anche inviato una pec al Ministero degli Esteri chiedendo di garantire a sua figlia la massima sicurezza.
L'obiettivo è mantenere il totale segreto sull'indirizzo dell'appartamento, trovato già prima dell'udienza del 28 marzo, dove andrà ad abitare e anche a lavorare sua figlia, visto che potrà collaborare on line con una ong italiana. Sulle chat frequentate da filonazisti ungheresi si parla già della sua imminente scarcerazione e Roberto Salis ben ricorda il murales con sua figlia impiccata su un muro non lontano dall'ambasciata italiana. Inoltre, prima dell'udienza di marzo, il gruppo degli amici dell'attivista milanese, che comprendeva anche Zerocalcare e il suo legale italiano Eugenio Losco, è stato aggredito e pesantemente minacciato all'esterno del tribunale, dove peraltro non c'era traccia di forze dell'ordine.
Ci sarà lo stesso incrocio pericoloso anche nella prossima udienza, dato che a minacciare l'avvocato Losco erano stati gli amici di Zoltán Tóth, militante di estrema destra picchiato nella prima delle due aggressioni di cui è accusata Ilaria Salis, che verrà ascoltato venerdì prossimo assieme a due testimoni. Nel frattempo, Roberto Salis proseguirà la campagna elettorale per sua figlia, con tappe nei prossimi giorni in Piemonte e domenica a Milano, dove saranno con lui anche Carola Rackete e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.