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'L'Ue è una mafia al servizio degli Usa', dice il numero due di Maduro

Cabello critica la presenza di osservatori europei alle elezioni presidenziali. E annuncia una norma contro le ong

Diosdado Cabello

Redazione Ansa

    "L'Unione europea è sinonimo di nulla, cioè una mafia organizzata per eseguire gli ordini impartiti dagli Stati Uniti": lo ha detto il primo vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) al governo, Diosdado Cabello.

    L'affermazione è stata fatta per commentare la presenza di una missione di osservazione tecnica del blocco europeo alle elezioni del 28 luglio. Cabello - considerato il braccio destro del presidente Nicolas Maduro, in corsa per un terzo mandato di 6 anni - ha criticato in particolare l'incapacità dell'Ue di far revocare le sanzioni imposte al Venezuela dagli Usa.

    "Gli schiavisti del mondo sono lì, i farabutti del mondo sono lì nell'Ue, hanno rubato la ricchezza del popolo", ha inveito il numero due del 'chavismo' al potere, per il quale il principale candidato dell'opposizione alle presidenziali, Edmundo González Urrutia, è un "burattino nelle mani del governo americano".

Al voto una iniziativa per restringere le attività delle ong

   Inoltre, l'Assemblea nazionale del Venezuela, controllata dal governo di Maduro, dovrebbe approvare oggi un controverso disegno di legge sul finanziamento e il funzionamento delle ong, che potrebbe restringere ulteriormente le attività di questo tipo di organizzazioni.

    "Tutte dovranno registrarsi, spiegare da dove provengono i fondi e come vengono spesi", ha dichiarato Cabello, aggiungendo che "a scandalizzarsi saranno quelle che ricevono soldi dall'estero, con il vero obiettivo di rovesciare il governo".

   Il disegno di legge, ispirato a quelli già esistenti in Russia e Nicaragua, è stato ampiamente criticato dalle ong, secondo cui si tratta di un tentativo di "criminalizzare e limitare qualsiasi iniziativa che riceva risorse dalla cooperazione internazionale per esercitare la libertà di associazione". La proposta iniziale del progetto prevede multe fino a 12.000 dollari per le ong che non dichiarano l'identità e l'origine delle donazioni.

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