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Zelensky da Sanchez: 'No alla Russia al summit di pace'

Accoglienza in grande pompa anche da parte del re Felipe VI

Redazione Ansa

   In ritardo di giorni sulla data inizialmente prevista, a causa della dura offensiva russa nella regione di Kharkiv, Volodymyr Zelensky è giunto a Madrid, accolto con onori di Stato da re Felipe VI nella sua prima visita ufficiale in Spagna. Per incassare un accordo bilaterale in materia di sicurezza e difesa che prevede aiuti militari record di oltre 1,1 miliardi di euro nel 2024. Un'energica stretta di mano al Palazzo della Moncloa con il premier Pedro Sanchez ha sigillato il memorandum d'intesa di durata decennale, che comprende oltre agli armamenti, cooperazione civile e umanitaria fino alla ricostruzione e all'entrata dell'Ucraina nella Nato.

    "Resteremo accanto all'Ucraina per tutto il tempo necessario, fino a che sarà garantita la sua libertà, rispettata la sua sovranità nazionale e restaurata l'integrità territoriale" delle sue frontiere riconosciute dal 1991, ha ribadito Sanchez. Nel ricordare che la Spagna contribuisce inoltre al finanziamento Ue mediante il Fondo europeo di appoggio alla pace, che ha già impegnato 11 miliardi ai quali se ne aggiungeranno altri 5 fino al 2027 del Fondo di assistenza all'Ucraina. Gli aiuti militari consentiranno a Kiev di "rafforzare la sua difesa", inclusi i tank Leopard, munizioni e "i sistemi di difesa antiaerea Patriot, essenziali per proteggere la popolazione civili dagli attacchi russi indiscriminati, come quelli nel fine settimana a Kharkiv", che hanno ucciso 16 persone, ha rilevato Sanchez. Poi, sollecitato dalle domande dei cronisti, ha specificato che Madrid "non contempla l'uso" di questi armamenti per attacchi in territorio russo. Ma ha insistito sulla "enorme rilevanza" dell'accordo. "L'aggressione russa continua dopo oltre 2 anni, e per questo è più necessario di sempre raddoppiare il supporto".

     Zelensky ha ricordato di aver dovuto ritardare la sua visita in Spagna per problemi sui fronti di Kharkiv e nel Donbass. E ha ringraziato "soprattutto il popolo spagnolo" per la solidarietà all'Ucraina in uno dei momenti cruciali della sua storia. In inferiorità per uomini e sistemi di difesa antiaerei sul terreno, il presidente ucraino ha ricordato che "l'esercito russo ha impiegato oltre 3.000 missili in un mese", compreso l'ultimo attacco di sabato "deliberato e calcolato" alla popolazione civile. E ha ribadito la richiesta di poter contare su una quantità equiparabile di missili antiaerei e piattaforme di lancio per far fronte alle incursioni. "Sono misure difensive, non offensive", ha assicurato, riconoscendo che "la Spagna da sola non può aiutarci" ma può dare una mano "a convincere altri Paesi" a cedere sistemi antiaerei a Kiev.

      Tutti gli sforzi sono orientati "alla ricerca di una pace giusta e duratura", ha ripetuto Zelensky con Sanchez. Ma ha rifiutato l'idea di vedere Mosca seduta al vertice in Svizzera del 16 e 17 giugno perché "bloccherebbe ogni tentativo di pace". L'obiettivo del summit al quale il presidente ucraino ha invitato "i leader che vogliono che la guerra termini" è "l'unanimità" su "un documento di consenso a livello globale" da presentare "a terze parti" e col quale "fare pressione sulla Russia". Zelensky si è quindi detto pronto a valutare "tutte le possibili vie d'uscita" dal conflitto e sarà "aperto alle proposte", ma basate sull'iniziativa di Kiev, perché "non c'è bisogno di inventarsi nulla".

    Come il premier socialista, anche re Felipe VI, che ha ricevuto il presidente ucraino offrendo un pranzo in suo onore, ha rinnovato l'impegno della Spagna a continuare "prestare appoggio militare all'Ucraina per la legittima difesa". E ha assicurato che il supporto è puramente difensivo, poiché "basato sul rifiuto dell'uso della forza armata in un contesto internazionale" segnalato anche da Washington e altri alleati, fra cui l'Italia. Dopo aver incontrato al Senato e al Congresso i presidenti e i capigruppo parlamentari - tutti tranne Podemos, che contesta a Sanchez un "atteggiamento antidemocratico" per aver mantenuto i soci al governo all'oscuro dell'accordo - Zelensky ripartirà per la successiva tappa che lo vedrà domani pomeriggio a Lisbona. Nella capitale portoghese incontrerà il presidente Marcelo Rebelo de Sousa e il primo ministro Luis Montenegro per la firma di un analogo accordo di sicurezza. 

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