"Il presidente russo Vladimir Putin non vuole una guerra diretta con la Nato" né tantomeno un conflitto nucleare. Lo ha detto l'ammiraglio Tony Radakin, capo di stato maggiore della difesa britannico in un'intervista a Sky News in vista delle celebrazioni per gli 80 anni del D-Day, lo sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno del 1944.
Radakin ha criticato l'uso di un "linguaggio approssimativo" rispetto all'escalation della guerra in Ucraina e precisato che le "cose sono diventate più pericolose" rispetto al passato ma non in modo tale da degenerare in un nuovo conflitto mondiale.
L'ammiraglio ha dichiarato che la Russia sta "fallendo" in Ucraina nonostante l'offensiva lanciata dalle truppe di Mosca nella regione nord-orientale di Kharkiv a fronte delle difficoltà delle forze di Kiev. Si tratta di "progressi tattici", ha spiegato, e "se torniamo al marzo 2022, la Russia aveva conquistato circa il 17% del territorio dell'Ucraina, oggi ne occupa l'11%".
Il capo di stato maggiore si è detto "estremamente fiducioso" del fatto che l'Ucraina riuscirà a prevalere nel conflitto. "Entro la fine di giugno, la Russia avrà perso 500.000 effettivi, fra morti e feriti - ha sottolineato citando una stima dell'intelligence britannica sulle perdite complessive dall'inizio dell'invasione - sono già passati 800 giorni per una guerra che secondo Putin sarebbe dovuta durare tre giorni". In questa situazione, ha concluso Radakin, è fondamentale che l'Occidente continui a garantire il suo sostegno militare a Kiev.
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