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Ciotti, l'uomo che ha infranto il tabù di Le Pen

Dalle origini italiane all'ammirazione per Giorgia Meloni

Eric Ciotti

Redazione Ansa

Lo strappo era il suo punto d'arrivo, portare sempre più a destra i Républicains, eredi dei gollisti e dei neogollisti, era il suo obiettivo.

   Dopo anni di ascesa, Eric Ciotti ha colto l'occasione della straordinaria affermazione del Rassemblement National di Marine Le Pen alle europee per spezzare il "cordone sanitario" creato nel secolo scorso per isolare l'estrema destra. A 59 anni, il grande passo, ma per l'esponente dell'ala dura del partito, che sogna di fare il ministro dell'Interno ed ha un'ammirazione speciale per Giorgia Meloni, tutto era già scritto.

   "Dal 2007 e dalla vittoria di Nicolas Sarkozy, abbiamo perso l'80% dei nostri elettori - era stata la sua diagnosi a fine 2022, dopo la batosta alle presidenziali della candidata Républicains, Valérie Pecresse - per farli tornare a casa non dobbiamo più chiedere scusa perché siamo di destra". E aveva aggiunto che "i Républicains si riappropriano dei loro valori di autorità, d'identità e di libertà". Per lui, il declino degli eredi del gollismo è dovuto all"esitazione" e al "pudore" su temi come "l'immigrazione e la sicurezza". Qualche giorno dopo, contro le previsioni, fu eletto presidente del partito, battendo di un soffio Bruno Retailleau.

   Neppure un'inchiesta sulla moglie, accusata di un cumulo record di 3 incarichi pubblici, era riuscito a frenarne l'ascesa. Da allora, confermato nella sua convinzione che l'attrazione fatale verso i temi cari al partito di Marine Le Pen paghi, non ha mai cambiato strada.

   Cinquantanove anni, nato e cresciuto a Nizza, discendenza italiana da parte della famiglia del padre (di Treviso), Ciotti si è diplomato a Sciences Po, poi eletto consigliere municipale a Saint-Martin-Vésubie e nel 1990 diventa assistente parlamentare di Christian Estrosi, futuro sindaco di Nizza, poi passa nel gabinetto del presidente della Regione, Jean-Claude Gaudin, per tornare poi con Estrosi. Nel 2007 viene eletto deputato della destra Ump e lega il suo nome ad una legge per la soppressione degli assegni familiari in caso di assenza prolungata dei giovani a scuola.

   Poi nel 2020 sostiene una nuova legge per il divieto di diffondere foto e immagini di poliziotti e militari. Nel 2021 si candida alle primarie in vista delle presidenziali e viene battuto per pochissimi voti da Valérie Pécresse, l'anno dopo conquista il vertice dei Républicains. Ha tre figlie dalla moglie Caroline Magne, che sposò nel 2009 ma dalla quale si è separato anni fa.

   La sua grande ammirazione per Giorgia Meloni e per il suo governo è nota. Tanto che il settimanale Le Point raccontò di un suo tentativo di avvicinarla ad ogni costo nel giugno dello scorso anno, durante la visita della presidente del Consiglio all'Eliseo per incontrare Emmanuel Macron. 
   

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