(ANSA) - ROMA, 19 GIU - "Per le donne in Afghanistan venga
riconosciuto l'Apartheid di genere"!. Lo chiede Simona Lanzoni,
vice presidente di Fondazione Pangea, presente a Ginevra per la
56esima sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite
alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato.
"Ieri abbiamo ascoltato la dichiarazione dell'ambasciatore
italiano a Ginevra, Vincenzo Grassi e abbiamo apprezzato la
posizione presa dall'Italia che -
ha sottolineato - condanna le restrizioni imposte dal governo
talebano alle donne. Da oltre 20 anni a questa parte, il nostro
lavoro è quello di ascoltare i bisogni delle donne, dei bambini
e delle persone in generale, di accoglierle e di accompagnarle,
nel resto del mondo, come in Afghanistan. Le donne afghane che
hanno partecipato ai diversi panel a Ginevra, ricordano che non
possiamo permetterci nessun passo indietro sui diritti umani e
che questi ultimi devono essere sostenuti dalla comunità
internazionale, anche negli incontri politici come quello che
verrà di Doha prossimamente".
Tutte le associazioni e le attiviste presenti agli incontri
di questi giorni, ricorda Pangea, chiedono con forza che gli
Stati, inclusa l'Italia, supportino la richiesta di codificare
il crimine di Apartheid di genere, ovvero la segregazione per
legge delle donne e la loro completa esclusione dai vari ambiti
della vita. Inoltre chiedono che vengano creati quei meccanismi
di giustizia affinché il governo de facto talebano sia
responsabile di quanto succede nel loro paese.
"Confidiamo che l'Italia - conclude Lanzoni - possa svolgere
un ruolo rilevante per quel che riguarda il processo di
definizione dell'Apartheid di genere e possa spingere per la
partecipazione delle donne e della società civile negli incontri
di Doha". (ANSA).
Pangea, per donne in Afghanistan venga riconosciuto l'apartheid
A Ginevra per la 56ma sessione del Consiglio Diritti Umani Onu