Mondo

Netanyahu, 'A Gaza serve un governo civile, i Paesi arabi siano sponsor'

Ma avverte che la Striscia 'va smilitarizzata'. L'Oms: 'La tregua israeliana non ha avuto nessun effetto'

Soldati israeliani a Gaza

Redazione Ansa

  Nel futuro della Striscia di Gaza ci dovrà essere "un'amministrazione civile per gestire non solo la distribuzione degli aiuti umanitari ma anche l'amministrazione civile. Ciò deve essere fatto, penso che sia meglio farlo, con la cooperazione, la sponsorizzazione interaraba e l'assistenza dei Paesi arabi". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in una intervista al sito Usa 'Punchbowl'.

    Ma a Gaza - ha aggiunto - ci dovrà essere anche "una ampia smilitarizzazione, cosa che può essere fatta solo da Israele contro qualsiasi tentativo di ripresa terroristica". 

 

Il premier israeliano ha anche difeso il suo video - che ha suscitato forti dissensi da parte della Casa Bianca - di critica sui ritardi degli Usa nella consegna di armi e munizioni a Israele, impegnato a Gaza. 

Netanyahu lo ha definito "assolutamente necessario", poi ha ricordato che "significativi problemi al riguardo erano emersi mesi fa. E abbiamo provato in conversazioni molto serene tra noi e funzionari Usa, tra me e il presidente, di tentare di risolvere queste diminuzioni delle forniture". Ma - ha aggiunto - "non è stato possibile", anche dopo che il tema è stato sollevato con il segretario di stato Usa Antony Blinken nella sue visite in Israele.

 

"Ho deciso - ha quindi concluso il premier- che la messa in onda (del video, ndr) era assolutamente necessaria dopo mesi di conversazioni tranquille che non hanno risolto il problema"
   

Oms, la tregua giornaliera di Israele non ha avuto alcun impatto 

     La tregua giornaliera annunciata dall'esercito israeliano nelle operazioni nel sud della Striscia di Gaza non ha avuto "alcun impatto" sull'arrivo degli aiuti umanitari, ha dichiarato oggi un funzionario dell'Oms per i Territori Palestinesi Occupati. Domenica scorsa l'esercito aveva comunicato una tregua "dalle 8 alle 19, ogni giorno fino a nuovo avviso" su un tratto di strada di 10km che va dal valico israeliano di Kerem Shalom, all'estremità meridionale della Striscia di Gaza, all'Ospedale europeo di Rafah, più a nord.

    L'Onu ha tuttavia reso noto di "non aver visto alcun impatto sull'arrivo degli aiuti umanitari dopo l'annuncio di questa pausa tecnica": è quanto dichiarato da Richard Peeperkorn durante un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra, come riporta Afp. L'ingresso di aiuti umanitari "è stato minimo", ha aggiunto Jens Laerke, portavoce dell'Ufficio per il coordinamento delle situazioni di emergenza.

    La situazione umanitaria e sanitaria è catastrofica in tutto lo stretto territorio palestinese. Gli operatori umanitari "non possono arrivare a Kerem Shalom in sicurezza a causa della mancanza di ordine pubblico", ha sottolineato, indicando anche che il carburante disponibile è in quantità limitate. Il combustibile è essenziale per la produzione di elettricità, per gli ospedali ma anche per le attività a servizio della popolazione, come i panifici. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it