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'Trump scherzò sui forni nazi davanti ai dirigenti ebrei'

Gaffe su Washington: 'Non ebbe schiavi'. Biden attacca sull'aborto

Donald Trump

Redazione Ansa

 Joe Biden e Donald Trump affilano le armi in vista del primo duello presidenziale in tv giovedì sera ad Atlanta: il primo nella riservatezza del fortino di Camp David cimentandosi disciplinatamente nei 'mock debates', ossia dibattiti simulati con i suoi collaboratori (uno dei quali impersona l'avversario); il secondo improvvisando comizi, non senza scivolate.

Come l'imbarazzante gaffe nel weekend, quando ha riscritto la storia affermando che George Washington non ebbe schiavi. Il tycoon stava arringando i membri di Coalizione Fede e Libertà, un gruppo cristiano conservatore, criticando le proposte dem di cambiare i nomi delle scuole, delle strutture militari e di altri luoghi che onorano i leader confederati e i proprietari di schiavi, tra cui il primo presidente degli Stati Uniti. "Vogliono che il suo nome venga rimosso da una scuola superiore ma non sanno perché. Pensano che avesse degli schiavi. In realtà penso che probabilmente non li avesse", ha detto. Ma a smentirlo sono la storia e lo stesso Washington, che teneva personalmente i registri di tutti i suoi schiavi.


    A danneggiare più pesantemente l'immagine di The Donald anche una sua macabra e cinica battuta in passato sui forni crematori nazisti in presenza di dirigenti ebrei. L'ha rivelata Barbara Res, ingegnere capo della costruzione della Trump Tower e autrice di un libro di memorie, Tower of Lies, sui suoi quasi due decenni di lavoro per l'ex presidente. "Avevamo appena assunto un 'residential manager', un tizio tedesco", ha raccontato alla Msnbc. "E Donald Trump - ha proseguito - si vantava tra noi dirigenti, eravamo in quattro, di quanto fosse bravo quel tipo e di come fosse un vero gentiluomo, così ordinato e pulito. Poi guardo' un paio dei nostri dirigenti, che guarda caso erano ebrei, e disse: 'attenti a quel tizio - in un certo senso si ricorda dei forni', e poi sorrise".


    Nel frattempo Trump e il suo entourage stanno cambiando tono e facendo dietrofront sulle capacità di Biden: dopo averlo denigrato per mesi come uno "zombie cerebralmente morto" che non riesce a finire una frase o a scendere dal palco, il tycoon ha ammesso che non lo sta "sottostimando" e lo ha definito un "oratore di valore", pur suggerendo che il suo avversario sarà "imbottito" di farmaci (o droga) per garantire una buona prestazione. Un modo per alzare l'asticella, nel caso il commander in chief vada meglio del previsto. Anche il governatore del North Dakota Doug Burgum, tra i possibili vice di Trump, ha alzato le aspettative su Biden, ricordando la sua lunga esperienza e che "quando serve può migliorare, come abbiamo visto nel discorso sullo stato dell'Unione". The Donald ha chiesto intanto ai suoi fan se deve essere "nasty or nice?" (cattivo o carino) con il suo rivale ma il suo team lo esorta a concentrarsi sulle proposte politiche e a controllare quell'aggressività che gli si ritorse contro nel primo dibattito del 2020. Biden dal canto suo punta a esaltare le differenze tra lui e un candidato "pregiudicato", moralmente reprobo, intenzionato a favorire i suoi amici ricchi, a vendicarsi e a fare il dittatore nel primo giorno del suo insediamento. Il presidente intende attaccarlo anche sul tema chiave dell'aborto, nel secondo anniversario della cancellazione della sentenza 'Roev. Wade': "è l'unica persona responsabile di questo incubo", lo ha accusato in un video, ricordando la sua nomina dei tre giudici conservatori responsabili di una decisione che "ha mandato in pezzi decenni di progresso". Biden si è invece coperto i fianchi sul fronte immigrazione, con un giro di vite sugli ingressi ma anche con una regolarizzazione per circa 500 mila coniugi di cittadini americani, in gran parte residenti a lungo termine dal Messico: una mossa per riconquistare i voti dei Latinos.

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