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L'odissea di Assange, 12 anni di caccia all'uomo

Libero dopo le denunce di crimini di guerra e accuse di stupro

Wikileaks annuncia:Assange libero,ha lasciato il Regno Unito

Redazione Ansa

 Un patteggiamento per mettere fine all'odissea giudiziaria di Julian Assange, e consentire al fondatore di WikiLaekas di tornare libero alla soglia del 53esimo compleanno dopo 12 anni di caccia all'uomo da parte degli Usa. E nello stesso tempo all'amministrazione di Joe Biden di liberarsi di un caso quanto mai imbarazzante di fronte ad ampi settori dell'opinione pubblica internazionale, a pochi mesi dalla sfida presidenziale bis con Donald Trump. Un compromesso legale che suggella la conclusione di quella che la madre dell'ex nemico pubblico numero uno di Washington ha definito "un calvario".
    Eccone le date più significative:
* Luglio 2010: WikiLeaks pubblica, attraverso alcune delle testate occidentali più prestigiose, una prima tranche di 70.000 file segreti sottratti agli Usa e relativi a operazioni militari (crimini di guerra inclusi) della coalizione in Afghanstan.
    Seguirà nei mesi successivi la diffusione di 400.000 documenti sull'invasione dell'Iraq sottratti al Pentagono; e quindi di 250.000 cablo diplomatici americani (contenenti anche rivelazioni imbarazzanti sullo spionaggio di Paesi e leader alleati).
    * Novembre 2010: la giustizia svedese apre un'inchiesta per presunta aggressione sessuale e stupro sulla base delle denuncia di due donne con cui Assange aveva avuto inizialmente rapporti consensuali. Accuse controverse, utili secondo i sostenitori del promotore di WikiLeaks a tenerlo in scacco prima dell'avvio della richiesta di estradizione americana, e che cadranno negli anni a venire: con la prescrizione del sospetto di aggressione sessuale nel 2015; e il ritiro dell'imputazione di stupro da parte della stessa procura di Stoccolma nel 2019.
    * Dicembre 2010: in visita a Londra, Assange viene fermato dalla polizia britannica su richiesta della Svezia e posto ai domiciliari. Convinto che la mossa sia destinata a sfociare in una sua consegna finale agli Usa, l'attivista decide di rifugiarsi nell'ambasciata dell'Ecuador nel Regno Unito, sotto la protezione dell'allora presidente progressista Rafael Correa.
    Vi rimarrà per circa 7 anni, in una stanza.
    * Maggio 2019: scaricato da Quito, Assange viene arrestato da Scotland Yard e trascinato nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh per aver violato i domiciliari. Ma rimarrà in cella anche dopo - e malgrado le accuse svedesi siano nel frattempo cadute - poiché nelle more arriva la domanda d'estradizione degli Usa. In un primo tempo l'accusa americana è di pirateria informatica. Poi, a novembre, si aggiungono altri 17 capi d'imputazione ben più gravi, contestati in base allo Espionage Act: legge del 1917 mai invocata prima per un caso di pubblicazione mediatica di documenti segreti e in grado di far balenare -sulla carta - una condanna fino a 175 anni di reclusione.
    * Fine 2019: il rapporteur Onu per i diritti umani visita Assange e denuncia "i sintomi di una tortura psicologica" per le pesanti condizioni detentive. Mentre associazioni per i diritti umani e la tutela dei giornalisti come Amnesty International o Reporter Senza Frontiere si uniscono alla mobilitazione promossa nel mondo da WikiLeaks, denunciando l'inchiesta come una minaccia alla libertà d'informazione politicamente motivata. E vari consulenti medici iniziano a lanciare allarmi sulla salute fisica e psichica di Assange, che nel 2021 sarà colpito anche da un principio d'ictus; ma che in prigione riuscirà pure a sposare Stella Morris, avvocata sudafricana, che gli aveva dato due figli negli anni trascorsi nell'ambasciata dell'Ecuador.
    * 4 gennaio 2021: in prima istanza la giustizia britannica nega la consegna agli Usa, dando ragione tuttavia alla difesa solo sul timore di un rischio di suicidio negli Usa. A dicembre l'Alta Corte di Londra rovescia poi il verdetto e concede il via libera - già autorizzata a suo tempo a livello politico dall'allora ministro Tory dell'Interno britannico, Sajid Javid - prendendo per buone le rassicurazioni verbali di Washington sul trattamento processuale * 14 marzo 2022, la Corte Suprema dice no a ulteriori ricorsi e consente a un giudice della Westminster Magistrates Court di formalizzare il 20 aprile l'ordine esecutivo di estradizione.
    * luglio 2022: i legali di Assange invocano un nuovo appello sulla base di nuovi elementi. Intanto 5 grandi giornali che avevano collaborato con WikiLeaks (New York Times, Guardian, El Pais, Le Monde e Der Spiegel) lanciano un appello all'amministrazione Biden, subentrata a quella di Trump, a far cadere le imputazioni. Richiesta a cui si unisce poi il nuovo governo dell'Australia, alleato chiave di Usa e Regno Unito, guidato ora dal laburista Anthony Albanese.
    * Febbraio 2024: l'Alta Corte di Londra concede uno spiraglio per l'esame dell'ulteriore appello chiesto dalla difesa, in particolare accogliendo la fondatezza del timore che egli non possa invocare il Primo Emendamento della Costituzione americana sulla tutela della libertà di espressione - non essendo cittadino statunitense - e quindi avere un giusto processo. Nel frattempo dagli Usa arrivano le prime aperture in risposta alle pressioni australiane, con la disponibilità dichiarata del presidente Biden a valutarle e le voci su un possibile patteggiamento.
    * 24 giugno 2024: arriva l'accordo. Assange accetta di riconoscersi colpevole di un solo capo d'accusa su 18 e le autorità Usa di ridurre la pena agli anni già scontati in carcerazione preventiva in Gran Bretagna. Julian viene scarcerato e parte per l'Australia, dopo la convalida del patteggiamento davanti a un giudice americano in uno scalo alle Isole Marianne. (ANSA).
   

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