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Stella Assange: 'Il rilascio di mio marito incerto fino all'ultimo'

'Il patteggiamento sarà reso pubblico, volo costato 500mila dollari'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Il rilascio di Julian Assange è stato "incerto" negli ultimi tre giorni: lo ha detto alla BBC Radio 4 la moglie del co-fondatore di Wikileak, Stella, aggiungendo che le ultime 72 ore sono state "non stop".
    Parlando dall'Australia al programma 'Today', Stella Assange ha dichiarato di essere "euforica: francamente è incredibile - ha detto -, sembra che non sia reale".
    La moglie di Assange ha spiegato di poter commentante solo in modo "limitato" l'accordo di principio raggiunto con il dipartimento di Giustizia statunitense per il rilascio di suo marito, ma ha confermato che esso prevede che Julian Assange si dichiari colpevole di un solo capo d'accusa, relativo alla legge sullo spionaggio.
    Alla domanda se sarà un uomo libero, Stella Assange ha detto che l'accordo deve essere firmato da un giudice delle Isole Marianne Settentrionali. "Una volta che il giudice avrà dato la sua approvazione, allora sarà formalmente tutto vero", ha aggiunto.  Il volo partito ieri da Londra che sta portando in queste ore Julian Assange alle Isole Marianne Settentrionali, dove un giudice dovrà decidere l'approvazione dell'accordo per il suo rilascio, è costato al co-fondatore di Wikileak 500mila dollari (circa 465.800 euro, ha detto Stella ai media internazionali, aggiungendo che ci sarà una campagna di raccolta fondi. 

 Stella Assange si dice "semplicemente euforica, è incredibile, mi sembra irreale che sia libero" in una seconda intervista alla Bbc concessa dopo la scarcerazione del marito Julian dalla prigione londinese di Belmarsh e la sua partenza da uomo finalmente libero verso l'Australia, sua terra natale.
La moglie del giornalista e attivista fondatore di WikiLeaks, la quale è avvocato di formazione, ha poi precisato che il patteggiamento con le autorità Usa "sarà reso pubblico" una volta convalidato da un giudice americano domani nelle Isole Marianne. E che si tratta di "un accordo molto interessante".
Assange e i suoi sostenitori - incluse organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dell'informazione quali Amnesty International o Reporter Senza Frontiere - hanno sempre rigettato tutte le accuse americane come frutto di una vendetta "politica" contro la diffusione da parte di WikiLeaks di un'enorme quantità di documenti segreti sottratti al Pentagono o al Dipartimento di Stato e contenenti fra l'altro rivelazioni su crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan.
L'intesa appare in ogni caso - come lascia intendere Stella - una scelta legale tattica per riottenere la libertà dopo 12 anni (oltre 5 dei quali trascorsi in un carcere di massima sicurezza britannico in attesa di estradizione), per poter tornare in Australia e per evitare il rischio di una condanna potenzialmente mostruosa negli Stati Uniti. Essa prevede che l'ex primula rossa australiana si dichiari colpevole di uno solo dei 18 capi d'imputazione sollevati in America - pretesa minima dal dipartimento di Giustizia di Washington - sulla base dell'Espionage Act: draconiana legge sul controspionaggio datata 1917 e mai evocata fino a questo contestatissimo caso negli stessi Usa in oltre 100 anni di storia per una vicenda di pubblicazione mediatica di documenti riservati.
Ovviamente, il patteggiamento con le autorità americane cancella la richiesta di estradizione. Ed è ciò che ha consentito alla giustizia britannica di disporre sia il rilascio di Julian Assange - che compirà 53 anni il 3 luglio e le cui condizioni psicofisiche sono state indicate più volte come gravemente precarie da consulenti medici vari - sia la cancellazione delle udienze su un ulteriore appello della difesa contro la consegna agli Stati Uniti: già fissate a Londra per il 9 e 10 luglio. 
   

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