Non si placano le proteste in Kenya dopo che il governo del Kenya fa un passo indietro ed ascolta la voce dei giovani, ritirando la contestata legge finanziaria che aveva portato alle manifestazioni di martedì scorso, culminate nell'assalto al parlamento di Nairobi, dato alle fiamme, con l'uccisione di almeno sei persone.
Il presidente William Ruto, che aveva parlato di "tradimento" e di "criminali infiltrati" nelle proteste pacifiche, in un discorso in diretta televisiva ha annunciato che non firmerà la legge e che in futuro coinvolgerà la "generazione Z" nelle conversazioni per gestire gli affari del Paese.
"Dopo aver ascoltato attentamente il popolo del Kenya, che ha detto forte e chiaro che non vuole avere nulla a che fare con questa legge finanziaria, chino la testa e non la firmerò, quindi sarà ritirata" ha detto Ruto.
Tutto questo sembra non essere servito a riportare la calma: come riporta il quotidiano The Standard, la Generazione Z si è mobilitata sui social network, con l'obiettivo di portare sulle strade del Paese almeno 10 milioni di persone e nella capitale marciare verso la State House, da ieri presidiata da un'imponente dispiegamento di militari e polizia.
Altri scontri tra polizia e dimostranti erano avvenutinella notte di martedì nei sobborghi della capitale, in particolare a Githurai dove secondo la Commissione nazionale per i diritti umani (Knhrc) sono morte 22 persone, con 20 agenti feriti, e nuove proteste annunciate per la giornata odierna e quella di domani, hanno evidentemente convinto il leader keniano ad annunciare il ritiro del disegno di legge.
La presidente del Knhrc, Roseline Odede, in un'intervista a Citizen Tv, ha confermato che si tratta "del più alto numero di vittime in una sola giornata di proteste, nella storia del Paese". Non solo: per Ruto sono anche suonati campanelli internazionali, con le parole del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che si è detto "profondamente preoccupato" per le violenze in Kenya e degli Stati Uniti, che, tramite il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, hanno chiesto al governo di Nairobi il "rispetto dei diritti umani", ribadendo "la forte preoccupazione" di Washington per la situazione in Kenya e "l'appello alla calma".
Calma e sicurezza che il ministro keniano della Difesa, Aden Duale, aveva pensato di garantire con il dispiegamento dell'esercito in varie parti del Paese, per quella che era stata definita "un'emergenza nazionale". Dopo che il parlamento ha ratificato la decisione, la Corte keniana ha bloccato il dispiegamento, accogliendo la richiesta dell'ordine nazionale degli avvocati e rimandando tutto ad un futuro dibattito in tribunale. Dibattito che lo stesso Ruto ha ribadito di voler ingaggiare con i giovani keniani che, tra scontri, sangue e arresti, si sono presi la scena e hanno ottenuto quello che volevano.
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