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Con Bardella premier impazza il toto ministri

Ciotti sogna l'Interno, Le Pen non si fida e guarda ad esterni

Bardella

Redazione Ansa

Unica certezza: Jordan Bardella premier. Nel caso di maggioranza assoluta al Rassemblement National domenica prossima al ballottaggio delle legislative, la nomina del ventottenne delfino di Marine Le Pen dovrà essere soltanto ufficializzata qualche giorno più tardi da Emmanuel Macron. Bardella e Le Pen hanno lavorato in grande riservatezza, cooptando anche il neo acquisto Eric Ciotti uscito dai Républicains con un pugno di deputati per unirsi al Rn. Ma il toto-ministri impazza comunque a Parigi per quello che sarebbe il primo governo di estrema destra eletto della storia francese.

Molto più vaghe le ipotesi di nomine se Bardella - troppo distante dalla maggioranza assoluta - rinunciasse alla nomina: in quel caso Macron dovrebbe trovare una soluzione di compromesso, un governo di coalizione capace comunque di raccogliere la fiducia della maggioranza del Parlamento.

Per l'ipotetico primo governo di estrema destra e una famiglia Le Pen che sbarca sul ponte di comando dopo oltre mezzo secolo di tentativi, l'incarico più delicato è quello di ministro dell'Interno: fra il programma anti-immigrazione e le misure per la sicurezza sbandierate in tante campagne elettorali, Marine ha bisogno di una figura sulla quale poter contare al 100 per 100. Un profilo che non si adatta alla figura, pur fondamentale per il successo al primo turno delle legislative, di Ciotti: anche se lui ambirebbe molto alla poltrona, potrebbe essere dirottato alla Difesa. Per gli Interni il nome più gettonato è invece quello dell'avvocato Thibault de Montbrial, molto vicino ad ambienti della sicurezza e della destra intransigente.

Per l'ex compagno della leader, Louis Aliot, sembra pronto il ministero dell'Oltremare che Bardella vuole creare. Per gli altri posti il casting prevede un allargamento al di fuori dei ranghi del partito, non certo ricchi di esperienza di governo: un uomo dell'alta finanza come Philippe Villin, ad esempio, avrebbe ricevuto diversi inviti per il ministero dell'Economia, anche se di recente ha smentito. L'altro candidato al ministero chiave, che raggruppa anche Finanze e Tesoro, potrebbe essere l'ex vice segretario dell'Eliseo, oltre che ex chirachiano, Jean-Pierre Denis.

Un'ulteriore spinta a cercare fuori dal partito potrebbe arrivare dall'esigenza di poter contare sui voti ipoteticamente mancanti alla maggioranza assoluta. In quel caso, ad esempio, si tenderà la mano a deputati Républicains rimasti nel partito senza aver seguito Ciotti ma aperti al dialogo con il Rn. Ma non solo: si parla del gruppo centrista indipendente Liot, in cui molti affermano che ci sarebbero almeno due dirigenti pronti a votare fiducia e legge finanziaria, i due momenti fondamentali per il nuovo governo. In cambio, ovviamente, di incarichi da definire.

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