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Macron: 'Mai con Mélenchon, la desistenza non è coalizione'

Attal: 'Il potere all'estrema destra o al Parlamento'. Le Pen contro il fronte creatosi per far perdere il suo partito: 'E' grottesco'

Redazione Ansa

      "Non governeremo con La France Insoumise (LFI), una desistenza non significa una coalizione". Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, davanti al Consiglio dei ministri riunito stamattina all'Eliseo. E' quanto ha rivelato un partecipante alla riunione, citato da BFM TV. In mattinata, anche il premier Gabriel Attal aveva affermato su France Inter: "Tutto mi separa da La France Insoumise. Non farò mai un'alleanza con loro. Né la France Insoumise, né il Nuovo Fronte Popolare, né i nostri candidati - ha detto il primo ministro - sono in grado di formare una maggioranza assoluta".

   Dal momento che l'idea di governare insieme era stata scartata già da tempo sia da Jean-Luc Mélenchon, leader di LFI, sia da altri dirigenti di quel partito, Attal - responsabile della campagna della maggioranza uscente - è sempre più orientato verso una soluzione da trovare "in Parlamento":

    Con i ballottaggi di domenica, ha spiegato, il potere in Francia andrà "o a un governo di estrema destra, oppure al Parlamento".  "Oggi c'è un blocco che è in posizione per avere una maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale, ed è l'estrema destra - ha riconosciuto Attal- ma al termine di questo secondo turno di voto o il potere sarà nelle mani di un governo di estrema destra, oppure il potere sarà del Parlamento  Io mi batto per il secondo scenario". I deputati eletti per la sua coalizione centrista, ha precisato, saranno sufficienti a "proteggere i francesi dall'aumento delle tasse volute da vari altri partiti" nel Nfp che fanno parte dell'accordo di desistenza.

    Attal ha sottolineato quindi di "non aver mai parlato di coalizione, perché non intendo imporre ai francesi una coalizione che non hanno scelto". L'ipotesi di una sorta di "governo di unione nazionale", del resto, era già stata esplicitamente respinta da Mélenchon, secondo il quale "soltanto due progetti sono sul tavolo, il Rassemblement National, oppure il Nuovo Fronte Popolare".

L'ex premier Philippe voterà per un candidato comunista. Le Pen: 'E' grottesco'

    L'ex premier francese e sindaco di Le Havre, Edouard Philippe, tra i sostenitori della linea 'Né RN. Né France Insoumise', nelle elezioni politiche anticipate in Francia, annuncia che voterà per il candidato del Partito comunista francese (Pcf) aderente al Nouveau Front populaire (Nfp), Jean-Paul Lecoq, nell'ottavo collegio di Seine-Maritime.

     Il deputato comunista, avversario dello stesso Philippe nelle elezioni comunali del 2020 (42,82% dei voti) affronterà al secondo turno una candidata lepenista, Isabelle Le Coz (31,32%). Intervistato da TF1, Philippe dice di "preferire un candidato che conosco, con cui lavoro nell'interesse di Le Havre. Malgrado le differenze mi pare che risponda ad esigenze democratiche che condivido, rispetto al Rassemblement National", ha aggiunto. 

   Immediata la reazione di Marine Le Pen, leader di Rn. "Édouard Philippe invita a votare comunista. Jean-Luc Mélenchon invita a votare Gérald Darmanin. E Christian Estrosi annuncia che alla guida del gruppo maggioritario, all'Assemblea, farò un colpo di Stato: la classe politica dà di sé stessa un'immagine sempre più grottesca", ha scritto su X, definendo "grottesco" il cosiddetto 'Fronte Repubblicano' per impedire al suo partito di accedere al potere.

Oltre 20 candidati di Rn annullano dibattiti nella Radio pubblica

       Oltre venti candidati del Rassemblement National (RN), a pochi giorni dal secondo turno delle elezioni politiche anticipate del 7 luglio, hanno annullato la loro presenza nei confronti politici organizzati dalla radio pubblica France Bleu.

    "Alcuni candidati hanno annullato anche dopo aver dato inizialmente il loro assenso", precisa France Bleu, la grande rete regionale della radio-tv pubblica francese, sottolineando che queto riguarda "almeno 23 candidati RN".

    Da parte sua, il presidente del partito e candidato premier nazionalista, Jordan Bardella, assicura che il partito non ha dato alcuna direttiva in questo senso ai candidati. 

Ricorso contro le dichiarazioni 'razziste' di un candidato Rn

     A meno di una settimana dalle elezioni politiche anticipate della Francia, il segretario del Partito socialista dell'Yonne, Mani Cambefort, ha denunciato al procuratore della Repubblica le dichiarazioni ritenute "razziste" del candidato del Rassemblement National (RN), Daniel Grenon, secondo cui i maghrebini non devono ricoprire "alti incarichi'' nel Paese.

     "Dei maghrebini sono arrivati al potere nel 2016, questa gente non ha posto tra gli alti incarichi", ha dichiarato Genon, arrivato in testa al primo turno di domenica scorsa, con il 40,4 % delle preferenze, nel secondo collegio dell'Yonne. Parole pronunciate durante un dibattito organizzato dal giornale locale L'Yonne républicaine e ritenute "chiaramente razziste" da Cambefort, che ha quindi deciso di ricorrere dinanzi alla giustizia. In una nota, il deputato lepenista usciente assicura invece che questa citazione è "erronea" e non riflette "in alcun modo" il suo "pensiero" e le sue "parole''.

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