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Orban torna a mani vuote da Mosca, l'Ue furiosa

Putin: 'Nessun cessate il fuoco'. Bruxelles prepara ritorsioni

Redazione Ansa

 Dopo quello dell'Ucraina, il primo ministro ungherese Viktor Orban incassa un no secco a un cessate il fuoco anche dalla Russia. Ma a contare sono soprattutto le reazioni in Occidente della sua visita a Mosca, che lui stesso ha definito come la seconda tappa di una "missione di pace" dopo Kiev. L'Ue lo ha accusato di "minare l'unità" europea, denunciando di essere stata tenuto all'oscuro dei preparativi, così come l'Ucraina. La Nato, invece, ha detto che era stata informata e si aspetta di discuterne nel suo vertice, in programma a Washington la settimana prossima.


Orban, arrivato a Mosca in tarda mattinata, si è intrattenuto con il presidente Vladimir Putin per due ore e mezza al Cremlino. Un colloquio lungo, dunque, a differenza dell'incontro congiunto con i giornalisti nel salone di Caterina, durato non più di un quarto d'ora e senza domande. Putin ha subito messo in chiaro di aver respinto la richiesta di un cessate il fuoco per favorire i negoziati, perché la Russia vuole "una piena e definitiva conclusione del conflitto". Lo stesso aveva fatto tre giorni fa a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con quest'ultimo che aveva detto di volere una "pace giusta". Una cosa che certo non potrà essere garantita dalle condizioni ribadite da Putin, a partire dal ritiro delle forze di Kiev dalle quattro regioni parzialmente occupate da quelle russe. "Mi sono reso conto che le posizioni sono molto distanti tra loro" e "molti passi devono essere fatti per avvicinarsi alla conclusione della guerra", non ha potuto che ammettere Orban.


"Tuttavia abbiamo fatto un passo molto importante, abbiamo stabilito un contatto e lavorerò ulteriormente su questa questione", ha promesso.
Il governo di Kiev, come l'Ue, ha chiarito che Orban non lo aveva avvisato dell'intenzione di visitare Mosca. "La decisione di fare questo viaggio è stata presa dalla parte ungherese senza alcun accordo o coordinamento con l'Ucraina", ha affermato il ministero degli Esteri, ribadendo il principio che non ci può essere "nessun accordo sull'Ucraina senza l'Ucraina". Il Cremlino ha confermato che il premier ungherese non ha portato alcun messaggio da Zelensky, e che è stato lui a chiedere di venire a vedere Putin, solo "due giorni fa".


L'Ue ha tenuto a sottolineare che Orban, il cui Paese regge la presidenza semestrale dell'Unione, non aveva alcun mandato per parlare con Putin. Il messaggio che ha inviato al Cremlino, ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer, "è di pacificazione, non di pace, e crediamo che ciò mini l'unità e la determinazione che dobbiamo dimostrare affinché questa guerra finisca". Lo stesso premier, in un'intervista a Radio Kossuth prima di partire da Budapest, ha riconosciuto di non avere alcun mandato europeo. "Sto semplicemente visitando posti dove è in corso una guerra che può avere un impatto sull'Ungheria e pongo delle domande", ha detto. L'Ungheria, ha aggiunto, sa qual è il suo posto e che saranno "i grandi Paesi" a decidere. Ma lo strappo consumato con Bruxelles stavolta è di quelli difficili da ricucire. Praticamente tutte le capitali hanno condannato la visita mentre Mamer ha fatto sapere che il tradizionale viaggio della Commissione Europea nel Paese che detiene la presidenza di turno - e che era stato messo in programma per dopo l'estate - è ora "in dubbio". Potrebbe non essere la sola ritorsione.


L'unica che era stata informata della visita, ha ammesso il segretario generale Jens Stoltenberg, era la Nato. E quindi presumibilmente gli Stati Uniti, che con Mosca mantengono contatti, ultimo dei quali una conversazione telefonica il 25 giugno tra i ministri della Difesa Lloyd Austin e Andrei Belousov. Pur sottolineando che a Mosca Orban non rappresentava l'Alleanza, Stoltenberg ha detto che "ci sarà modo per discutere di questo viaggio" al vertice in programma a Washington dal 9 all'11 luglio. "Al summit - ha proseguito il segretario generale - aumenteremo il nostro sostegno all'Ucraina nel lungo periodo.
Kiev deve prevalere e ha bisogno del nostro sostegno". Una "revisione" di tali aiuti è prevista al vertice dell'anno prossimo. Ma nessuna data per un ingresso di Kiev nella Nato, dopo che nei giorni scorsi Zelensky, in un'intervista al giornale Philadelphia Inquirer, aveva accusato l'amministrazione Biden di frenare per la "paura di irritare Putin". 

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