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'È stato Mark Violets', fake news sul reporter romano

Direttore Romagiallorossa in una bufera social. 'Denuncio tutti'

Redazione Ansa

Potenza del web, colpa degli haters. E così un cronista sportivo che si occupa della Roma diventa l'attentatore di Trump.

Il suo nome, Marco Violi declinato nel più yankee Mark Violets, gira poco dopo gli spari di Butler su tutti i social, approda oltreoceano sulla stampa.

Marco Violi, che da tempo combatte con l'odio social di haters forse di opposta fede calcistica, però ignora tutto: è notte fonda, dorme mentre va in scena la storia kafkiana ordita da chi da tempo lo dileggia online.

Contro gli hater c'è già in corso un procedimento alla Procura di Roma ma stavolta la misura è colma: "Sono trasecolato. Le notizie sono totalmente prive di fondamento - dice il giornalista - Sono organizzate da un gruppo di hater che dal 2018 mi stanno rovinando la vita. Ci sono indagini per stalking e cyberbullismo". Violi ha annunciato che denuncerà tutti, chi ha inventato la notizia e chi l'ha ripresa. Anche la polizia postale sta accertando i fatti. La bufera nasce da un post pubblicato su X da 'Moussolinho' (foto profilo: un uomo con una maschera di Violi). Una finta 'breaking news' in inglese che recita: "Secondo la polizia di Butler l'attentatore è stato arrestato sul posto ed è stato identificato come Mark Violets, un fanatico antifascista".

C'è anche una foto di Violi, braccia incrociate, occhiali scuri e berretto nero in testa. Il post rimbalza ovunque sui siti internazionali, tra cui Wall Street Silver, seguito anche da Elon Musk. 'Mark Violets' viene citato non solo dalle tv statunitensi ma anche in Europa da El Pais e in Sud America. I tifosi romani condividono la bufala sbalorditi e divertiti: un personaggio locale come Violi che diventa un nome globale, cose dell'altro mondo. Solo che c'è poco da ridere. Il contesto è quello della piazza vivace dei media del calcio romano. Le voci sono una legione: radio, web radio, canali social, siti, testate on line. Una di queste è Romagiallorossa.it, il cui direttore è appunto Violi e sua sorella Maria Paola è il direttore editoriale. Pubblicano quello che ci si aspetta: commenti alle partite, notizie sul calciomercato, ma anche sui problemi interni della società. Sarebbe questa l'origine dell'odio nei suoi confronti, spiega lo stesso Violi. Il giornalista identifica dietro all'account LogikSeo, altro utente solito attaccarlo, "una società di New York consulente per il web per l'ex presidente giallorosso James Pallotta, che non poteva essere criticato". Da lì l'account avrebbe preso a perseguitarlo, usando una rete di circa 400 utenti tutti guidati dalla stessa mano. 'Moussolinho' intanto sui social continua a deridere di Violi. La sorella del cronista però non ci sta: "Non rimarrà una goliardata - scrive su X - Chiunque faccia parte di questo gruppo di criminali ne risponderà nelle sedi opportune".

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