Mondo

Kuleba a Wang: 'Pronti ai negoziati con Mosca, se in buona fede'

Incontro tra i due ministri degli Esteri nel sud della Cina

Redazione Ansa

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba a Guangzhou, nel sud della Cina. Lo riporta l'agenzia di stampa Xinhua, riferendo che i due diplomatici hanno "avuto colloqui". Kuleba è arrivato ieri nel Paese asiatico in quella che è la prima visita di un alto funzionario di Kiev da quando la Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022 e la prima di un ministro degli Esteri di Kiev dal 2012. 

L'Ucraina "è pronta per i colloqui con la Russia in una certa fase se Mosca è pronta a negoziare in buona fede", ha detto il ministro degli Esteri Kuleba. Attualmente, "non vediamo tale preparazione da parte russa", ha aggiunto, nel resoconto del ministero degli Esteri di Kiev. La parte ucraina "è disposta ed è pronta a condurre il dialogo e i negoziati con la Russia", ha affermato Kuleba, nella lettura fornita dai media di Pechino, ma "i negoziati dovrebbero essere razionali e sostanziali e mirati a raggiungere una pace giusta e duratura". Nella lettura cinese, Kuleba ha segnalato per la prima volta che il suo Paese è pronto a negoziare direttamente con la Russia, con Wang che ha affermato che Pechino "è sempre stata fermamente impegnata" a promuovere una soluzione politica alla crisi ed è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella promozione del cessate il fuoco e della ripresa dei colloqui di pace. "La Cina ritiene che la risoluzione di tutti i conflitti debba in definitiva iniziare con il ritorno al tavolo dei negoziati, e che la risoluzione di tutte le controversie debba essere raggiunta attraverso mezzi politici", ha detto Wang. "Recentemente, sia la Russia sia l'Ucraina hanno segnalato la loro volontà di negoziare a vari livelli. Anche se le condizioni e i tempi non sono ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi che contribuiscano alla pace", ha aggiunto il capo della diplomazia cinese, nel corso dei colloqui durati oltre tre ore, più delle attese. "Sono convinto che una pace giusta in Ucraina sia negli interessi strategici della Cina e che il ruolo della Cina come forza globale per la pace sia importante", ha osservato da parte sua Kuleba. La lettura mandarina, inoltre, ha riferito che l'Ucraina ha apprezzato molto il "ruolo positivo e costruttivo" della Cina nel promuovere la pace e nel tutelare l'ordine internazionale, avendo anche "studiato attentamente i sei punti delineati nei mesi scorsi da Pechino e Brasilia sulla soluzione politica della crisi ucraina". Infine, Kuleba, sottolineando che "la Cina è un grande Paese e che Ucraina e Cina non sono solo partner strategici ma anche importanti partner economici e commerciali", ha detto che Kiev "sostiene la posizione di Pechino sulla questione di Taiwan e continuerà ad aderire alla politica dell'Unica Cina". La parte ucraina spera di attuare "l'importante consenso tra i capi di Stato dei due Paesi", consolidando "la fiducia politica reciproca" e la cooperazione in vari campi tra cui l'economia, il commercio e l'agricoltura, nonché le attività tra le città gemellate dei due Paesi. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che l'apertura del ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba a un dialogo con la Russia "è in sintonia con la posizione" di Mosca. Peskov ha però anche aggiunto che "l'importante sono i dettagli", che Mosca ancora non conosce, e quindi il Cremlino aspetta "ulteriori chiarimenti". Lo riporta l'agenzia Ria Novosti. Sulla crisi Ucraina, "malgrado le condizioni e i tempi non siano ancora maturi, sosteniamo tutti gli sforzi favorevoli alla pace e siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel raggiungimento di un cessate il fuoco e nella ripresa dei colloqui di pace". E' quanto ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang. "La Cina segue la situazione umanitaria in Ucraina e continuerà a fornire aiuti umanitari al Paese", ha aggiunto Wang nel resoconto dei media statali di Pechino.
   

Mosca sanziona 13 cittadini giapponesi, anche il presidente di Toyota

La Russia ha annunciato di aver sanzionato 13 cittadini giapponesi vietando loro l'ingresso nel Paese: lo riporta l'agenzia Interfax, secondo cui molti dei sanzionati sarebbero top manager di importanti aziende nipponiche, tra cui il presidente della Toyota, Akio Toyoda. Mosca presenta la decisione come "una risposta alle attuali sanzioni del Giappone" contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it