Il precedente scambio di prigionieri tra Usa e Russia risale all'8 dicembre 2022 negli Emirati Arabi, quando Mosca liberò l'allora 32enne stella del basket femminile americano (nonché attivista e icona gay) Brittney Griner, detenuta da 10 mesi dopo una condanna a nove anni per la detenzione di meno di un grammo di hashish. Dal lato opposto, Joe Biden graziò e rilasciò il 55enne famigerato trafficante di armi Viktor Bout, che dal 2012 stava scontando una pena di 25 anni dopo una travagliata estradizione dalla Thailandia.
Nell'aprile dello stesso anno Washington e Mosca si scambiarono altri due prigionieri, in Turchia: l'ex marine Trevor Reed, condannato a nove anni da Mosca per l'aggressione a due agenti, e il pilota russo Konstantin Yaroshenko, che era in carcere negli Usa per una pena a 20 anni per traffico di cocaina con le Farc colombiane.
Questi scambi di prigionieri rievocano quelli, molto più ovattati, che avvenivano tra americani e sovietici durante la guerra fredda sul ponte Glienicke, il famoso 'ponte delle spie' che collegava Berlino Ovest alla Germania dell'Est. E sono avvenuti anche dopo il crollo dell'Urss, come nel 2010 a Vienna nel caso della 'sexy spy' Anna Chapman (Anna la rossa), finora il più grande 'prisoner swap' dalla Guerra Fredda, con 14 persone coinvolte.
Il fatto che la diplomazia degli ostaggi prosegua anche nel pieno della guerra in Ucraina conferma che i due Paesi continuano a parlarsi attraverso canali riservati.
L'ultimo scambio di prigionieri è stato Griner-Bout
Nel 2010 il caso Chapman. Prima ancora c'era il ponte delle spie