Mondo

I prigionieri rientrati negli Usa accolti da Biden e da Harris

Maxi scambio con la Russia e altri 5 paesi. Rilasciate in totale 26 persone

Redazione Ansa

Il presidente americano Joe Biden e il vicepresidente Kamala Harris hanno accolto il giornalista Evan Gershkovich e gli altri due americani che sono tornati sul suolo Usa dopo essere stati liberati dalla Russia in uno storico scambio di prigionieri. Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan e la giornalista Alsu Kurmasheva sono stati salutati dagli applausi delle famiglie e degli amici in attesa, mentre sbarcavano da un aereo alla base di Andrews vicino Washington e ognuno abbracciava Biden e la Harris. 

Donald Trump attacca l'accordo per lo scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Russia e altri paesi insinuando che sia sfavorevole a Washington e che siano stati pagati soldi. Cosa che "è un cattivo precedente per il futuro", accusa il tycoon anche se la circostanza è stata esclusa dal consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan. "Quando pubblicheranno - chiede Trump in un post sul suo social network Truth - i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti? Ci stanno dando soldi (per favore cancellate questa domanda, perché sono sicuro che la risposta sia 'no')? Stiamo liberando assassini, killer o delinquenti? Sono solo curioso perché non facciamo mai buoni affari in niente e soprattutto negli scambi di ostaggi. I nostri 'negoziatori' sono sempre un imbarazzo per noi. Ho riportato a casa molti ostaggi - prosegue il tycoon - e non ho dato un soldo al Paese avversario. Farlo è un brutto precedente per il futuro. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d'America. Stanno chiamando lo scambio 'complesso', così nessuno può capire quanto sia grave". 

 

 

La giornata di ieri:

Ci sono il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich e l'ex marine Paul Whelan, ma anche oppositori e dissidenti russi come Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin ed Oleg Orlov tra i 24 prigionieri (oltre a due minorenni) dello scambio tra Usa, Russia e altri cinque Paesi.

Washington aveva lavorato a un accordo "che avrebbe dovuto includere anche Alexei Navalny, ma sfortunatamente è morto", ha rivelato commosso in conferenza stampa il consigliere per sicurezza nazionale Jake Sullivan, escludendo poi che lo scambio abbia legami con guerra in Ucraina. Il Cremlino in cambio ha ottenuto una decina di detenuti, tra cui spicca Vadim Krasikov, il colonnello dell'Fsb condannato all'ergastolo in Germania per aver ucciso in pieno giorno in un parco a Berlino Zelimkhan Khangoshvili: un ex comandante ceceno indipendentista, uno dei nemici di Vladimir Putin.

Si tratta del più grande e complesso 'prisoner swap' tra Washington e Mosca, e più in generale tra Ovest ed Est, dai tempi della guerra fredda. Un'operazione celebrata da Joe Biden, con i famigliari dei prigionieri liberati alla Casa Bianca, come "un'impresa diplomatica" e un "potente esempio" dell'amicizia degli alleati. Sollievo e plauso anche dall'Onu, da varie cancellerie europee, da Iulia Navalnaya ("ogni prigioniero politico rilasciato è una grande vittoria e gioia) e in particolare dal Wsj, che ha ringraziato Biden e gli altri governi per i loro sforzi.

I nomi eccellenti sono diversi: il più famoso forse è Gershkovich, primo giornalista americano arrestato per spionaggio dai tempi della guerra fredda e condannato a 16 anni di galera, dove stava da 490 giorni. Whelan era in cella invece dal 2018, anche lui condannato a 16 anni per spionaggio. Tra i prigionieri di Putin finiti in Usa Vladimir Kara-Murza, il più noto dissidente (con nazionalità russa e britannica) rimasto in carcere con una pena a 25 anni (insieme a Ilya Yashin, anche lui liberato), e la giornalista russo-americana di Radio Free Europe Alsu Kurmasheva (6 anni e mezzo per aver criticato la guerra in Ucraina).

Rilasciato anche il veterano dei diritti umani e condirettore dell'ong Memorial Oleg Orlov. Berlino ha accolto 12 tra prigionieri politici russi e cittadini tedeschi: tra loro anche il mercenario Rico Krieger, condannato per terrorismo a Minsk e graziato da Alexander Lukashenko, alleato dello zar. Lo scambio è avvenuto all'aeroporto Esenboga di Ankara, dove sono atterrati ben sette aerei che poi hanno rimpatriato i vari prigionieri. A supervisionare l'operazione i servizi segreti della Turchia, Paese Nato che ha buoni rapporti con Mosca e che nell'aprile del 2022 facilitò anche lo scambio tra l'ex marine Trevor Reed e il pilota russo Konstantin Yaroshenko. Dietro però ci sono lunghi e difficili negoziati multilaterali, con un ruolo cruciale giocato dalla Cia e dal suo capo Bill Burns.

L'operazione segna sicuramente una vittoria politica e diplomatica per Joe Biden e anche per la sua vice ed ora candidata presidenziale Kamala Harris (coinvolta nei negoziati), in un momento in cui l'immagine della Casa Bianca appariva indebolita dall'escalation in Medio Oriente. Al contrario è un brutto colpo per Donald Trump, che denunciava la debolezza del commander in chief anche sul dossier prigionieri promettendo che li avrebbe riportati a casa lui una volta rieletto. Successo anche per Putin, che mostra lealtà ai suoi agenti arrestati all'estero, ma col rischio di aver graziato e liberato oppositori che potrebbero rianimare la moribonda opposizione russa in esilio. Un azzardo invece per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che per la sua "decisione non facile" potrebbe pagare la reazione dell'opinione pubblica.

"Oggi tre cittadini americani e un titolare di green card americano ingiustamente imprigionati in Russia, alcuni per anni, stanno finalmente tornando a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L'accordo che ha garantito la loro libertà è stato un'impresa diplomatica. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia, il loro terribile calvario, sono finiti", ha esordito Biden, che insieme ai famigliari dei prigionieri aveva parlato con loro poco prima. Quindi ha lodato "le decisioni coraggiose degli alleati che ci hanno sostenuto durante le difficili e complesse negoziazioni..., tra cui Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia". Con un grazie speciale a Berlino che ha dovuto fare "concessioni significative" senza chiedere "nulla" in cambio. Infine la promessa che non smettera "di lavorare finché ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio in tutto il mondo non sarà riunito alla propria famiglia", dopo averne riportati a casa "oltre 70, molti dei quali erano in cattività da prima che io assumessi l'incarico". Biden non ha dimenticato il compleanno della figlia dodicenne di Alsu Kurmasheva, cantando per lei insieme ai presenti 'Happy birthday'. E, prima di scomparire, ha risposto a due domande, dicendo di non aver bisogno di parlare con Putin dopo lo scambio e chiedendo come mai Trump non abbia avuto i poteri che vanta per liberare ostaggi durante la sua presidenza.

Biden: 'La mia priorità. riportare a casa tutti gli ostaggi'

"Lasciatemi essere chiaro: non smetterò di lavorare finché ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio in tutto il mondo non sarà riunito alla propria famiglia. La mia amministrazione ha riportato a casa oltre 70 di questi americani, molti dei quali erano in cattività da prima che io assumessi l'incarico. Tuttavia, troppe famiglie soffrono e sono separate dai loro cari, e non ho priorità più alta come presidente che riportare a casa quegli americani": cosi' Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo lo scambio di prigionieri tra Usa, Russia ed altri Paesi. "Oggi - afferma Biden - celebriamo il ritorno di Paul, Evan, Alsu e Vladimir e ci rallegriamo con le loro famiglie. Ricordiamo tutti coloro che sono ancora ingiustamente detenuti o tenuti in ostaggio in tutto il mondo. E riaffermiamo il nostro impegno con le loro famiglie: vi vediamo. Siamo con voi. E non smetteremo mai di lavorare per riportare i vostri cari alla casa cui appartengono".

"Io e i famigliari abbiamo parlato dallo studio Ovale ai prigionieri americani liberati dalla Russia": lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca dello scambio di prigionieri con la Russia.. "Il loro brutale calvario è finito"

The Insider, 'ecco i prigionieri coinvolti nello scambio'

La testata online The Insider pubblica un elenco di quelle che, secondo le sue informazioni, sarebbero le persone rilasciate nello scambio di prigionieri tra Russia e Bielorussia da una parte e Stati Uniti e altri Paesi occidentali dall'altra. Secondo il giornale, Mosca avrebbe rilasciato il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich; la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva; il veterano dei diritti umani e condirettore dell'ong Memorial Oleg Orlov; l'artista Aleksandra Skochilenko, in carcere per aver denunciato la guerra in Ucraina mettendo dei messaggi contro l'invasione al posto delle etichette dei prezzi di alcuni prodotti in un supermercato; il cittadino americano Paul Whelan, condannato a 16 anni di reclusione per accuse di spionaggio da lui respinte e definite infondate da Washington; il cittadino tedesco R. K., condannato a morte in Bielorussia e poi graziato dal dittatore Lukashenko; gli oppositori russi Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin, Andrei Pivovarov, Lilia Chanysheva, Ksenia Fadeeva; e ancora Kevin Lik, Demuri Voronin, Vadim Ostanin, Patrick Schobel e Herman Moyzhes. Alcuni di loro hanno la cittadinanza tedesca. I cittadini russi che potrebbero essere stati rilasciati sarebbero otto, secondo The Insider. Tra loro Vadim Krasikov, un presunto ex agente dell'intelligence russo condannato all'ergastolo in Germania con l'accusa di aver ucciso a Berlino un ex comandante separatista ceceno; Artyom Dultsev e Anna Dultseva, da poco condannati in Slovenia con accuse di spionaggio; Roman Seleznev, un presunto hacker condannato a 27 anni di reclusione negli Usa.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it