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L'intelligence americana smentisce che l'Iran stia preparando un attacco contro Israele

Nessun movimento significativo di forze o equipaggiamenti iraniani rilevato negli ultimi giorni

Redazione Ansa

"Decine di caccia sono già sulle piste di decollo. L'esercito e l'aviazione israeliani sono pronti alla difesa ma anche all'attacco": lo ha riferito la tv israeliana Canale 12. Intanto gli Houthi dello Yemen promettono una "risposta militare" alla "pericolosa escalation" provocata da Israele. Il canale televisivo saudita "Al-Hadth" ha riferito del lancio di "una raffica di razzi dal Libano verso gli insediamenti della Galilea" in Israele. In precedenza erano stati attivati allarmi aerei ;;in numerosi insediamenti nella zona. Anche al Jazeera ha riferito che le sirene hanno suonato in 9 città della Galilea occidentale, al confine con il Libano, dopo due giorni di calma sul fronte settentrionale in seguito all'assassinio del leader di Hezbollah Fouad Shukr nel sobborgo meridionale di Beirut. Il corrispondente della tv ha confermato il lancio di missili dal Libano verso posizioni israeliane nella Galilea occidentale. 

Secondo l'agenzia di stampa saudita Al-Hadath, che cita fonti anonime dell'amministrazione Biden, gli Stati Uniti non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione che l'Iran si stia preparando a un attacco militare contro Israele. Secondo il report, l'intelligence statunitense non ha rilevato alcun movimento significativo di forze o equipaggiamenti iraniani negli ultimi giorni e, per ora, non ci sono segnali che il Paese si stia preparando per un imminente attacco contro Israele. Parallelamante, gli alleati dell'Iran nella regione mediorientale non sembrano aver preso alcuna iniziativa che possa far pensare che si stiano preparando a lanciare un attacco su larga scala per conto di Teheran.

L'emittente saudita Al-Hadath riferisce che Hezbollah sta spostando attrezzature militari e centri di comando in una zona più centrale di Beirut dal quartiere sciita meridionale di Dahieh, già roccaforte dei miliziani sciiti legati all'Iran.

Il movimento libanese Hezbollah ha annunciato di avere lanciato 'decine' di missili sul nord di Israele. Da parte israeliana, il portavoce dell'Idf, le forze armate dello Stato ebraico, ha reso noto che cinque missili sono stati lanciati dal Libano sulla Galilea e che due di questi sono stati intercettati. Lo riporta Ynet

Funerali di Haniyeh a Teheran, l'Iran prepara l'attacco - Lo shock, la frustrazione, la sete di vendetta. Teheran, in un'atmosfera cupa, si è tinta di nero come le tuniche degli ayatollah per celebrare solennemente i funerali di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas ucciso dagli israeliani in un blitz condotto nella capitale iraniana, forse addirittura con una bomba nascosta due mesi fa nella casa in cui era ospite. Il colpo è stato talmente plateale da costringere la Repubblica islamica ad annunciare una risposta adeguata, ed i preparativi per un attacco sono effettivamente scattati: il regime ha chiuso lo spazio aereo ed ha riunito le milizie alleate della regione per stabilire le modalità di rappresaglia contro lo Stato ebraico. Che nel frattempo si prepara ad ogni scenario, anche il peggiore, blindandosi. Le esequie di Haniyeh hanno richiamato migliaia di persone a Teheran. Nella sede dell'Università, la Guida suprema Ali Khamenei ha recitato la preghiera per i defunti davanti alle bare del leader ucciso e della sua guardia del corpo, ricoperte dalla bandiera palestinese. Alla presenza di tutto l'establishment iraniano, dal presidente Massoud Pezeshkian al capo dei Pasdaran, Hossein Salami. Poi è partita la processione con i due feretri trasportati per le strade della città su un camion per il saluto della popolazione, ed al termine della cerimonia la salma di Haniyeh è stata trasferita in Qatar, da dove dirigeva l'ufficio politico di Hamas. Il lutto ha rappresentato solo una parte della convulsa giornata in Iran.

 

"Stiamo studiando il modo di vendicarci, succederà sicuramente", ha avvertito il capo dello Stato maggiore dell'esercito Mohammad Bagheri, all'indomani dell'ordine di Khamenei di colpire direttamente Israele, secondo quanto ha riportato il New York Times. Il primo passo è stato un confronto con gli alleati già attivi nel destabilizzare Israele sullo sfondo della guerra a Gaza. Un funzionario ha parlato di una riunione per fare una "valutazione approfondita sul modo migliore e più efficace per vendicarsi del regime sionista". Alla riunione hanno partecipato le milizie yemenite degli Houthi, quelle irachene, i palestinesi di Hamas e della Jihad. E naturalmente Hezbollah, appena scottato dall'assassinio a Beirut del comandante Fuad Shukr, ritenuto il braccio destro di Hassan Nasrallah. Proprio il leader del Partito di Dio, in un discorso trasmesso ai funerali del suo luogotenente, ha detto che la "risposta" a Israele sarà "inevitabile". Con il doppio attacco che ha violato le capitali di Libano e Iran, lo Stato ebraico "ha oltrepassato la linea rossa", ha accusato la guida libanese sciita, affermando che si è entrati "in una nuova fase" della sfida al nemico di sempre. Il cosiddetto asse della resistenza, secondo diversi analisti e fonti interne, sta valutando due scenari: una risposta simultanea da parte dell'Iran e dei suoi alleati o azioni singole condotte da ogni fazione. Ma l'obiettivo sarebbe semplicemente quello di indurre Israele a non spingersi oltre, e non di scatenare una guerra totale. In questa chiave i precedenti ricordano che lo scorso 13 aprile, in risposta ad un raid sul proprio consolato a Damasco, Teheran aveva lanciato un attacco senza precedenti in territorio israeliano, rivelatosi tuttavia simbolico. Avvertendo prima gli alleati regionali, inclusa la Turchia (e quindi gli Usa, alleati Nato) e annunciando il raid diverse ore prima dell'arrivo dei missili sugli obiettivi: non a caso intercettati quasi tutti, grazie anche all'aiuto degli americani e di altri Paesi. Israele comunque prende sul serio le minacce. Nel nord, al confine con il Libano, sono scattate misure straordinarie di sicurezza. E decine di caccia, come ha riferito la tv Canale 12, sono già sulle piste di decollo "pronte alla difesa ma anche all'attacco". "Siamo ad un livello molto alto di preparazione per qualsiasi scenario, sia difensivo che offensivo", ha confermato il premier Benyamin Netanyahu prima di parlare al telefono con Joe Biden per fare il punto. I timori di una guerra su vasta scala agitano anche l'Europa. Sempre più Paesi hanno sospeso i voli per Beirut e raccomandato ai connazionali di evitare in Libano. Oggi la compagnia tedesca Lufthansa ha annunciato di aver congelato i collegamenti con Tel Aviv fino all'8 agosto.

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