Asia

Rivolta in Bangladesh, la premier scappa in India

L'esercito prende il potere a interim, già 300 morti. Allarme Ue

Redazione Ansa

Il Bangladesh sprofonda nel caos: la premier Sheikh Hasina si è dimessa, è scappata in India lasciando il potere all'esercito che ha annunciato la formazione di un governo ad interim. Nel Paese proseguono le dimostrazioni, le devastazioni e gli scontri con almeno 300 morti dall'inizio delle proteste, anche se si tratta di un bilancio provvisorio.
Solo oggi nella capitale Dacca si sono registrati almeno 56 vittime.
La situazione è precipitata in seguito all'acuirsi delle proteste che vanno avanti da settimane contro le quali il governo ha cercato sinora di usare il pugno di ferro.
Tuttavia nè il coprifuoco notturno, i tagli alla rete internet, i gas lacrimogeni e i proiettili di gomma sono riusciti a fermare le centinaia di migliaia di manifestanti, in gran parte studenti che nelle strade di Dacca chiedevano la testa di Hasina, eletta per un quarto mandato consecutivo a gennaio, in un voto boicottato dalle opposizioni.
La premier alla fine è stata costretta a lasciare la sua residenza nella capitale per raggiungere "un luogo sicuro" poco prima che il suo Palazzo venisse assaltato da migliaia di manifestanti. Nelle stesse ore, come un funzionario di Polizia ha riferito alla Afp, migliaia di persone hanno devastato le case e le attività commerciali delle persone legate al partito della premier, Awami.
Poco dopo, in un clima di profonda incertezza, le forze armate hanno dato la notizia delle sue dimissioni. Il generale dell'esercito Waker-Uz-Zaman, ha annunciato, in un discorso alla nazione diffuso dalla tv di Stato, che formerà un governo ad interim. Secondo fonti vicine alla leader, Hasina sarebbe partita senza avere "il tempo di prepararsi", prima in un corteo di auto, poi è stata "evacuata in elicottero", alla volta dell'India dove è atterrata un'ora dopo, nella città nordorientale di Agartala.
A fine giornata una mossa da parte del presidente che potrebbe aprire uno spiraglio per tentare di calmare le acque: Mohammed Shahabuddin ha ordinato il rilascio dell'ex primo ministro incarcerato e leader chiave dell'opposizione Khaleda Zia, poco dopo la deposizione della sua acerrima rivale Sheikh Hasina, confermando la presa del potere da parte dell'esercito.
Quindi ha stabilito l'immediata liberazione di tutti i manifestanti arrestati nelle proteste anti-governative. Anche i militari stanno cercando di lanciare segnali a favore della pacificazione, decretando la fine del coprifuoco che era stato deciso dalla premier. E ha annunciato la riapertura delle scuole e delle università.
Detto questo si tratta di una crisi gravissima che ha già provocato l'allarme di tutta la comunità internazionale. La prima a essere molto preoccupata è l'India che teme un'invasione di rifugiati dal paese vicino: la Border Security Force, il corpo speciale paramilitare che vigila sulle frontiere ha emanato un'alta allerta lungo il confine. India e Bangladesh condividono un confine lungo 4.153 chilometri, di cui circa 3.000 sono protetti da un muro, il quinto più lungo al mondo.
Anche Bruxelles segue con ansia l'evolversi della situazione: "L'Unione europea - ha scritto su X Josep Borrell - sta monitorando attentamente gli eventi in Bangladesh" e "chiede calma e moderazione". "È fondamentale che venga assicurata una transizione ordinata e pacifica verso un governo eletto democraticamente, nel pieno rispetto dei diritti umani e dei principi democratici", ha concluso l'Alto rappresentante dell'Ue. Un messaggio simile anche da Londra: la Gran Bretagna auspica un immediato ritorno alla calma e la de-escalation.
Infine Washington: il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha invitato alla "moderazione". 

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