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Harris riconquista tre Stati in bilico, rabbia di Trump

Nyt, 'tycoon di pessimo umore, è confuso e insulta l'avversaria'

Redazione Ansa

 Il sorriso raggiante di Kamala Harris contro il volto imbronciato di Donald Trump. I due candidati alla Casa Bianca non potrebbero essere più distanti in questa fase della corsa e non solo per i loro programmi. Mentre la vice presidente continua a inanellare sondaggi positivi, infatti, il tycoon sta vivendo il momento più difficile della sua campagna ed è spiazzato dal successo della rivale.

Dopo aver ridato slancio alla campagna dei democratici la numero due di Joe Biden sta guadagnando terreno sull'avversario repubblicano. Secondo un sondaggio del New York Times/Siena College, sarebbe addirittura in vantaggio su tre Stati in bilico - Wisconsin, Pennsylvania e Michigan -, dopo che per un anno Biden e Trump erano stati dati testa a testa.

Un vantaggio di quattro punti percentuali, in linea con le rilevazioni dei giorni scorsi, ma particolarmente significativo per il ruolo che quei tre Stati storicamente svolgono nelle vittorie, o sconfitte, dei candidati. Gli elettori, inoltre, considerano Harris "più intelligente" e "caratterialmente più adatta" a guidare gli Stati Uniti rispetto a The Donald di cui non piace "l'atteggiamento irrispettoso".

Certo, è troppo presto per stabilire se la scia positiva della vicepresidente durerà fino al 5 novembre e si tradurrà in una vittoria o se sia solo frutto dell'entusiasmo del momento, tanto più che molti dei sondaggi sono stati effettuati dopo la nomina di Tim Walz e tradizionalmente i candidati guadagnano punti nei giorni successivi all'annuncio del loro numero due. Sul fronte opposto è sempre il New York Times a riferire delle "tre settimane peggiori" della campagna di Trump. Da quando Harris è scesa in campo, il tycoon sarebbe di "pessimo umore" e "confuso" sulla strategia da adottare per attaccarla. Secondo fonti vicine all'ex vicepresidente, il suo nervosismo è alle stelle e in privato avrebbe insultato l'avversaria chiamandola 'bitch', 'puttana'. Un'offesa che tuttavia è stata smentita dalla campagna. "Non è un termine che il presidente Trump ha usato per descrivere Kamala e non è un linguaggio che noi useremmo", ha spiegato il portavoce Steven Cheung. Nonostante pubblicamente insista sul fatto che preferisca sfidare Harris piuttosto che Biden, le persone vicine al tycoon rivelano che non è così e che, mentre prima era avviato ad una facile vittoria, adesso deve guadagnarsela. In più, per la prima volta nella sua carriera politica, la sua avversaria ha avuto una copertura mediatica più ampia di lui, battendolo nella gara dei cosiddetti "media guadagnati", ovvero quella copertura che non costa nulla alla campagna ma porta voti. E non è solo Harris a turbare i sonni di Trump. Dopo l'ormai famigerata uscita sulle "gattare senza figli", che lo ha mandato su tutte le furie e lo ha costretto a difenderlo in pubblico, il boss sarebbe infatti irritato anche dal suo stesso numero due, il senatore dell'Ohio JD Vance di cui apprezza la forza degli attacchi ma non di certi scivoloni. A tal punto che, a una cena di donatori qualche giorno fa, quando qualcuno ha chiesto all'ex presidente se si sentisse offeso dagli attacchi dei democratici che lo definiscono 'weird', strano, avrebbe risposto: "Lo dicono di Vance, non di me".

 

   

 

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