L'incursione militare dell'Ucraina in Russia "sta creando un vero dilemma" per Vladimir Putin, ha detto il presidente americano Joe Biden aggiungendo che i funzionari di Washington sono in costante contatto con quelli di Kiev riguardo alla mossa ucraina. Lo riportano i media Usa. Rispondendo alle domande dei giornalisti al suo arrivo a New Orleans, Biden ha detto di essere stato informato ogni 4-5 ore negli ultimi 6-8 giorni sull'azione delle forze di Kiev. La cosa "sta creando un vero dilemma per Putin", ha detto il presidente americano nei suoi primi commenti sull'operazione ucraina nella regione di Kursk.
Lo stato di emergenza è stato dichiarato oggi nella regione russa di Belgorod. "La situazione rimane estremamente difficile e tesa a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine. Le case sono state distrutte, tra i civili ci sono morti e feriti", ha scritto stamattina su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov annunciando che viene "stabilito lo stato d'emergenza a livello regionale". Gladkov ha spiegato che il provvedimento viene preso "per garantire una maggiore protezione della popolazione e fornire ulteriore sostegno alle vittime".
Le autorità delle regioni di Kursk, Voronezh e Bryansk hanno riferito che droni provenienti dall'Ucraina sono stati abbattuti stanotte dalle difese aeree russa. Dal 6 agosto l'Ucraina sta conducendo una grande offensiva nell'oblast di Kursk, rivendicando la conquista di più di 1.000 km quadrati di territorio russo. Le autorità di Mosca hanno riconosciuto la perdita di 28 località. Secondo il think tank americano Istituto per lo studio della guerra (Isw), le truppe di Kiev sono avanzate di 800 km quadrati della regione di Kursk mentre dal 1 gennaio 2024 quelle di Mosca sono penetrate di 1.360 km quadrati nel territorio ucraino.
La giornata di ieri:
Se l'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk "non piace a Putin, se la cosa lo mette un po' a disagio, allora c'è una soluzione semplice: può andarsene dall'Ucraina e farla finita": il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, mette in chiaro che Kiev ha il pieno appoggio di Washington nella sua incursione che ormai da una settimana ha portato la guerra in Russia e imbarazzo al Cremlino. E oggi come non accadeva da mesi, Kiev guarda con ottimismo al futuro: "Nonostante le battaglie difficili e intense, le nostre forze continuano ad avanzare", ha dichiarato Volodymyr Zelensky ormai a carte scoperte, rivendicando che "74 comunità sono sotto il controllo ucraino". Di tutt'altro tenore le dichiarazioni provenienti da Mosca, secondo cui invece le forze russe continuano a respingere i tentativi ucraini di penetrare in profondità mentre bombarda le riserve delle forze armate di Kiev nell'oblast di Sumy.
Prima di Zelensky, già il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Heorhii Tyhiy aveva reclamato successi dell'operazione ucraina, spiegando che l'offensiva nel Kursk "impedisce alla Russia di trasferire ulteriori unità a Donetsk e complica la sua logistica militare". A Kiev non interessa annettere alcun territorio russo, ha poi assicurato il portavoce di Kiev, ma solo colpire "strutture militari e contingenti militari" russi. E "quanto prima la Russia accetterà di ristabilire una pace equa, tanto prima cesseranno le incursioni ucraine sul territorio russo". Il quadro si delinea sempre più chiaro nelle parole dei funzionari ucraini: l'operazione a Kursk serve ad alleggerire la pressione sul fronte est della guerra e guadagnare un 'fondo di scambio' - come lo ha definito lo stesso Zelensky - da usare contro i russi per riottenere i territori occupati. Il presidente ucraino è forte del sostegno americano e anche dei partner occidentali, con la Commissione europea che si è detta "pienamente a favore dell'esercizio legittimo all'autodifesa da parte dell'Ucraina" anche attraverso l'incursione di Kursk. Dall'altra parte la Russia, tramite il suo vice rappresentante all'Onu Dmitri Polyansky, ha parlato di "crimine" e "barbaro attacco", col quale Kiev ha mostrato il suo "vero volto" e per cui merita "null'altro che una sconfitta totale e una resa incondizionata".
Intanto, proseguono le evacuazioni: altri 2.000 civili hanno lasciato in 24 ore le aree dei combattimenti nell'oblast russo, ha detto Artyom Sharov, del ministero delle Emergenze russo, dopo che il giorno prima il governatore di Kursk, Alexei Smirnov, aveva comunicato un bilancio di circa 121.000 evacuati dall'inizio dell'incursione il 6 agosto. E sul destino dei civili è intervenuta nel frattempo anche l'agenzia per i diritti umani delle Nazioni Unite, dicendosi "preoccupata" per il possibile impatto delle battaglie sulla popolazione inerme di Kursk. "Ovunque si verifichino operazioni militari da entrambe le parti, la protezione dei civili in conformità con il diritto umanitario internazionale deve essere la massima priorità", ha affermato la portavoce dell'agenzia riferendo che l'Onu ha ricevuto resoconti non verificati di almeno quattro civili uccisi, più un corrispondente di guerra e una paramedica feriti. Mentre l'offensiva ucraina a Kursk prosegue, la guerra si intensifica a est, dove secondo lo stato maggiore ucraino le truppe russe hanno lanciato in 24 ore 52 assalti nell'area di Pokrovsk, nel Donetsk: sono circa il doppio degli attacchi giornalieri di una settimana fa. In risposta, le autorità filorusse del Lugansk hanno denunciato che due persone sono state uccise e oltre 30 sono rimaste ferite dopo che le forze ucraine hanno bombardato un autobus con dei civili nella città di Lisichansk.
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