Per la prima volta un missile sparato dagli Houthi è riuscito a superare la contraerea alleata volando sopra il Mar Rosso e avvicinandosi a soli 35 chilometri dall'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv.
All'aeronautica militare israeliana ci sono volute ben undici ore prima di dichiarare pubblicamente che il missile terra-terra lanciato dall'area costiera dello Yemen settentrionale domenica mattina alle 6,21 dal gruppo filo Iran degli Houthi era stato colpito da un missile intercettore, che non è però riuscito a distruggerlo completamente. L'ordigno si è spezzato in aria e la testata, così come altri detriti, è caduta a terra scavando un cratere che ha consentito ai terroristi filo iraniani di cantare vittoria, almeno per qualche ora.
Al vicino aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv le telecamere hanno ripreso i passeggeri dello scalo mentre correvano per raggiungere i rifugi non appena sono state attivate le sirene. Con il traffico aereo bloccato anche se per breve tempo. L'allarme è durato poco, poi gli addetti alla sicurezza hanno controllato le piste in cerca di eventuali frammenti e l'aeroporto ha ripreso a funzionare. Le schegge sono cadute vicino a una stazione ferroviaria alla periferia della città di Modin causando danni e un incendio è scoppiato nella foresta vicino a Lod. Il comando del fronte interno non ha cambiato le linee di sicurezza per la popolazione.
Da quando gli Houthi - che controllano buona parte dello Yemen - hanno deciso di sostenere i palestinesi di Gaza con lanci di ordigni da circa 2 mila chilometri di distanza, l'obiettivo principale è stata la città israeliana di Eilat. Ma la difesa aerea alleata ha sempre funzionato. O quasi. Lo scorso luglio non è stato intercettato il drone che ha colpito una zona adiacente il lungomare di Tel Aviv provocando la morte di un uomo. L'episodio del missile balistico è ora motivo di un nuovo allarme.
Il leader degli Houthi, Abdel-Malek al-Houthi, ha parlato nel primo pomeriggio di domenica, dopo che il lancio era stato rivendicato, avvertendo Israele che il gruppo "lancerà attacchi più massicci contro lo Stato ebraico, dopo il missile", che ha definito ipersonico. Qualche ora prima, a farsi sentire era stato il portavoce militare degli Houthi Yahya Saree minacciando di colpire gli israeliani con nuove "operazioni rilevanti" nel periodo che precede l'anniversario del 7 ottobre.
La replica dello Stato ebraico non si è fatta attendere. "Gli Houthi dovrebbero sapere che chiunque cerchi di fare del male a Israele pagherà un caro prezzo. Chi ha bisogno di un promemoria visiti il porto di Hodeida", ha avvertito il premier Benyamin Netanyahu durante la riunione di gabinetto del governo facendo riferimento ai raid del 20 luglio che hanno mandato in fumo metà del porto usato dalle milizie di al-Houthi per ricevere le armi inviate da Teheran.
Alla minaccia di Netanyahu, gli Houthi hanno risposto con una provocazione, ovvero pubblicando un annuncio in cui avvertono i residenti di Tel Aviv, nel centro di Israele, che "l'area è una zona di guerra attiva e li invitano a evacuare nella zona umanitaria nel deserto del Negev". Copiando quindi il testo che usualmente l'Idf invia ai residenti di Gaza prima di bombardare una certa area.
L'attacco yemenita ha scatenato, tra l'altro, una dura polemica sui media israeliani e tra la popolazione: l'allarme, questa la critica mossa alle autorità, è scattato tardi - alle 6,32 - provocando un fuggi fuggi generale per mettersi al riparo e il ferimento di diverse persone mentre già cominciavano a sentirsi le prime esplosioni dei sistemi Arrow e Iron Dome.
L'Aeronautica ha scoperto che il missile, che aveva una traiettoria rettilinea, non era un proiettile ipersonico, come hanno sostenuto gli Houthi, ma un missile balistico.
L'Idf ha intanto chiarito che i tre ostaggi morti recuperati a Gaza 10 mesi fa sono stati uccisi indirettamente durante un attacco che aveva preso di mira il comandante di Hamas Ahmed Ghandour che si nascondeva in un tunnel a Jabaliya. Il 10 novembre 2024, un raid dell'Idf ha colpito il luogo in cui sono stati successivamente trovati i corpi del sergente Ron Sherman, del caporale Nik Beizer e del civile Elia Toledano, rapito al Nova festival. L'Idf ha pubblicato il report sostenendo che all'epoca non sapeva che gli ostaggi potessero trovarsi nelle stesse gallerie dove si nascondeva Ghandour. I tre giovani erano stati portati a Gaza vivi.