Mondo

Routh, l'attentatore che voleva combattere per Kiev

Sostenitore e donatore dei dem, nel 2016 votò invece per Trump

Ryan Wesley Routh

Redazione Ansa

"Ho un biglietto di sola andata. Morirò qui". Nell'aprile del 2022, poco più di un mese dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, il 58enne Ryan Wesley Routh arrivò a Cracovia assieme ad altri europei di mezza età con l'obiettivo di combattere al fianco delle forze di Kiev.

C'era l'avvocato in pensione che distribuiva dolcetti ai bambini ucraini, l'ex soldato irlandese della Legione Straniera che trasportava i bagagli dei rifugiati, l'inglese che era arrivato per salvare gli animali domestici e poi lui, il futuro attentatore di Donald Trump, avvolto in una bandiera americana, con i capelli tinti dei colori dell'Ucraina e l'idea di arruolarsi nella "brigata internazionale", pur non avendo nessuna esperienza militare, o di reclutare soldati afghani per schierarli al fianco delle truppe di Volodymyr Zelensky. Originario del North Carolina, trasferitosi alle Hawaii nel 2018 dove ha aperto un'impresa edile, Routh ha una lunga fedina penale, dal possesso di droga alla guida senza patente.

Una moglie, tre figli di 23, 27 e 29 anni, è un donatore di candidati e cause democratiche ed è politicamente molto attivo sui social. "Alle elezioni di novembre in gioco c'è la democrazia e non possiamo fallire", aveva scritto su X il 22 aprile, ricorrendo alle parole spesso usate da Joe Biden in campagna elettorale. Nello stesso giorno aveva consigliato proprio al presidente, che allora era ancora candidato, di far ruotare la sua campagna intorno all'idea di una "America democratica e libera" perché Trump "vuole rendere gli americani schiavi contro i padroni". Dopo il tentato assassinio dell'ex presidente a Butler, Pennsylvania, Routh ha invitato Biden a visitare le vittime dei colpi di Thomas Crooks e partecipare al funerale del pompiere ucciso. "Trump certamente non lo farà. Mostra al mondo cosa fanno i veri leader", aveva attaccato sempre su X. Rispondendo ad un tweet di Elon Musk, una volta scrisse: "Vorrei comprare uno dei suoi missili e caricarlo con una testata per la mansion di Putin nel Mar Nero per finirlo. Se può dirmi il prezzo per favore, può essere anche vecchio e usato".

A maggio del 2020, invece, aveva invitato Kim Jong un alle Hawaii per una "vacanza" e si era offerto di svolgere il ruolo di "intermediario" per risolvere "i problemi tra i nostri due Paesi". Mentre nel 2016 aveva dichiarato di aver votato per Trump e poi per un breve periodo quest'anno ha sostenuto un ticket repubblicano alla Casa Bianca con Vivek Ramaswamy e Nikki Haley. Insomma, secondo gli esperti, l'uomo che ha attentato alla vita del tycoon sembra avere una personalità paranoica, attratta da una retorica violenta e vittima di delirio di onnipotenza. "E' un uomo onesto e gran lavoratore. Non so quello che sia accaduto in Florida: da quello che ho sentito non sembra la persona che io conosco", ha raccontato il figlio Oran ai media, sostenendo che il padre era andato in Ucraina per "portare aiuti umanitari".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it