Donald Trump e Kamala Harris testa a testa. Il dibattito ha contribuito a migliorare l'immagine della vicepresidente fra gli elettori ma non ha spostato l'ago della bilancia: a meno di 50 giorni dal voto i due candidati sono ambedue al 47%, secondo un sondaggio di New York Times, The Philadelphia Inquirer e Siena College.
"La minaccia alla democrazia è Harris, non io", ha detto Trump nel corso di un comizio a Uniondale, nello stato di New York roccaforte democratica che l'ex presidente vorrebbe espugnare. Tornando ad attaccare i migranti e a promettere che si recherà a Springfield, la cittadina dell'Ohio dove - a suo avviso - gli haitiani sequestrano e mangiano gli animali domestici -, l'ex presidente ha criticato duramente le politiche proposte da Harris, soprattutto sul clima. "Il pianeta si sta effettivamente raffreddando", ha osservato.
La campagna di Trump si sta concentrando sugli stati in bilico, e in particolare sui loro elettori indecisi, che rappresentano l'11% dell'elettorato e che sono per lo più uomini sotto i 50 anni prevalentemente bianchi. Una categoria essenziale per l'ex presidente nella corsa alla Casa Bianca viste le sue performance non soddisfacenti fra le donne, soprattutto quelle che abitano fuori dalle città e le più anziane, che prima erano collegi elettorali affidabili per i repubblicani.
Gli uomini bianchi e afroamericani sono la fascia di elettori più scettica e che con meno probabilità voterà per Harris. Trump fra gli uomini è infatti in vantaggio del 14%, mentre Harris è avanti del 12% fra le donne. Per aumentare l'appeal della vicepresidente la sua campagna ha intenzione di spingere di più sul vice Tim Walz, oltre a poter contare sull'aiuto del gruppo 'White Dudes for Harris' - 'i maschi bianchi per Harris' -, che ha lanciato una campagna pubblicitaria da 10 milioni di dollari.
Non sono però solo gli uomini a preoccupare lo staff della vicepresidente. Negli ultimi giorni Harris ha infatti incassato due colpi pesanti. Il potente sindacato Teamsters, che nel 2020 aveva appoggiato Joe Biden, ha annunciato che per la prima volta dal 1996 non sosterrà alcun candidato. A questo si aggiunge il mancato sostegno per la vicepresidente del movimento 'Uncommitted', ovvero gli elettori 'non impegnati' - soprattutto arabo-americani - che protestano contro la guerra a Gaza e che hanno fatto sentire forte la loro voce nelle primarie sottraendo voti a Biden. In un'elezione testa a testa come quella che si prospetta, la perdita anche solo di una manciata di voti potrebbe rivelarsi fatale.
Dopo giorni trascorsi in Pennsylvania (dove secondo il New York Times ha vantaggio di quattro punti, 50% contro 46%, mentre per il Washington Post è testa a testa), la vicepresidente è volata in Michigan per una serie di comizi e un evento con la regina del piccolo schermo Oprah Winfrey. Il secondo gentleman intanto continua a difenderla dai ripetuti attacchi per non avere figli biologici. L'ultimo in ordine temporale è arrivato da Sarah Huckabee Sanders, l'ex portavoce della Casa Bianca di Trump, che ha raccontato come i suoi figli la mantengono umile e che "sfortunatamente Kamala Harris non ha nulla che la mantiene umile". Parole che Doug Emhoff, padre di due figli avuti con l'ex moglie, ha definito "incredibili": "come se mantenere le donne umili, con figli o senza, sia qualcosa per cui dovremmo lottare".
Consapevoli della corsa serrata, le due campagne elettorali si danno battaglia senza esclusione di colpi e iniziano a tessere la loro tela di rapporti anche a livello internazionale. Sia Trump sia Harris dovrebbero infatti incontrare Volodymyr Zelensky la prossima settimana, quando sarà a New York per l'assemblea dell'Onu. Il leader ucraino andrà alla Casa Bianca il 26 settembre e vedrà anche il presidente Joe Biden. Il tycoon, invece, vedrà anche il premier indiano Narendra Modi.
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